Chiuso centro scommesse. Usato da un prestanome della cosca

Cosenza Cronaca

La cosca dei Muto di Cetraro avrebbe cercato di inserire un prestanome nell’amministrazione di un centro scommesse. Questa la tesi degli investigatori che oggi hanno disposto la chiusura dell’esercizio dopo che il questore di Cosenza ne aveva anche negato l’autorizzazione di Polizia riferita ad una sanatoria dell’attività.


In base alle risultanze delle indagini, il clan, dunque, avrebbe cercato mettere un suo prestanome a gestire il centro. Una “procedura” che, spiegano gli stessi investigatori, non sarebbe un caso isolato: le attività che si occupano di betting vengono spesso utilizzate dalle cosche per il riciclaggio di beni di provenienza illegale, frutto quindi dei lauti guadagni derivanti, ad esempio, dalle estorsioni o dai traffici di droga.

Il pregio di questi provvedimenti negativi è quello di impedire dunque il reimpiego in attività legali dei beni di provenienza delittuosa determinandone un vero e proprio rallentamento e, perciò, contribuire in modo importante ad accrescere l’ordine e la sicurezza pubblica.

Nella consapevolezza di questa importanza, negli ultimi due anni, la Questura di Cosenza ha potenziato gli strumenti d’indagine per individuare tali meccanismi che, molto spesso, vengono innescati attraverso insospettabili teste di legno interposte fittiziamente nella gestione di rilevanti attività economiche.

Nel recentissimo passato, analoghi e numerosi provvedimenti hanno riguardato anche altre cosche malavitose tra cui i Rango-Zingari, i Lanzino, i Tundis e i Calvano.