Processo “Frontiera”: 20 anni di carcere per il boss Francesco Muto
Una condanna a 20 di reclusione è stata inflitta dalla Corte d’Appello di Catanzaro a Francesco Muto, ritenuto boss del cetrarese, attualmente ai domiciliari per gravi problemi di salute.
Il verdetto arriva nell’ambito del processo scaturito dall'operazione “Frontiera”, che nell’estate del 2016 colpì duramente colpito il clan Muto di Cetraro.
La Corte, presidente Caterina Capitò e consigliere Angelina Silvestri e Assunta Maiore, ha inoltre previsto per Muto la libertà vigilata per tre anni e la confisca dei beni e rapporti finanziari a lui riconducibili.
Il presunto boss, in primo grado, si era visto infliggere dal Tribunale di Paola una condanna a 7 anni e 10 mesi di reclusione per elusione della confisca con metodo mafioso, ed era stato assolto dal reato di associazione mafiosa.
Con questa nuova sentenza i giudici hanno ribaltato tutto infliggendogli 20 anni per associazione mafiosa e assolvendolo dal reato di elusione della confisca.
La stessa Corte d’appello, inoltre, ha rimodulato le condanne di primo grado per Luigino Valente (condannato 22 anni 10 mesi e 10 giorni); Alessandra Magnelli e Simona Maria Assunta Russo (condannate a 3 anni e 9 mesi e 1000 euro di multa); Pierpaolo Bilotta (condannato 2 anni e 3.300 euro di multa); Antonio Mandaliti (condannato a 14 anni).