Crisi porto Gioia, Oliverio: “Contratto solidarietà per i lavoratori”
“E’ stata una riunione importante e proficua. Credo che la richiesta delle organizzazioni sindacali di assumere il contratto di solidarietà a garanzia dei lavoratori e per avere maggiore tempo a disposizione per la realizzazione dei necessari interventi strutturali, quali il bacino di carenaggio, sia una decisione ragionevole. Mi sono rivolto all’azienda per chiedere di considerare questa proposta, pur nel rispetto delle argomentazioni che ha espresso. Noi dobbiamo in questa fase utilizzare strumenti adeguati per tranquillizzare i lavoratori , per garantirne il reddito.”
E’ quanto ha dichiarato il Presidente della Regione Mario Oliverio- informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta- al termine della riunione, aggiornata, tenuta oggi presso Palazzo Campanella a Reggio Calabria sulla problematica relativa al Porto di Gioia Tauro, la richiesta di cassa integrazione della Mct per 442 lavoratori.
“Naturalmente- ha detto ancora Oliverio- in questo quadro c’è un impegno forte della Regione ad investire sul Porto di Gioia Tauro. Abbiamo sottoscritto con il Governo il Patto per la Calabria , nel quale abbiamo allocato risorse: 40 milioni di euro per il bacino di carenaggio e , complessivamente, altri 150 milioni di euro per realizzare altri interventi strutturali, il gateway, i collegamenti con l’asse ferroviario, altro.
“Un pacchetto di proposte che consentirà di allargare l’occupazione e di avere ricadute nell’arco di un tempo necessario per realizzare gli interventi. L’aggiornamento della riunione di qualche giorno- ha spiegato inoltre- deve servire ad approfondire le posizioni delle parti sociali per una soluzione che sia rispondente alle garanzie per i lavoratori nell’utilizzazione degli ammortizzatori sociali ed alla fine di questo percorso avere, però, un rilancio delle attività infrastrutturali del Porto di Gioia Tauro. Gli ammortizzatori sociali- ha concluso il Presidente della Regione- non devono essere intesi come anticamera per licenziamenti, ma garanzia per il reddito dei lavoratori in fasi di crisi, al fine di rilanciare l’occupazione.”