Parcheggio illegittimo al Castello di Altomonte, Consiglieri: “Chi pagherà per l’abuso dei privati?”
Nuova puntata della lunga storia relativa alla costruzione illegittima ed abusiva del noto parcheggio multipiano edificato negli anni scorsi davanti al Castello dei Sanseverino, nel cuore del centro storico di Altomonte.
Nonostante sentenze amministrative emesse dal Consiglio di Stato e sentenze penali della Cassazione (che ha comminato anche condanne definitive con pene fino ad 11 mesi per i responsabili accertati dei fatti) ormai inappellabili, non si riesce a venire a capo della complessa ed intricata vicenda. Una nuova tappa si consumerà davanti al TAR Calabria martedì 5 luglio prossimo, quando in una Camera di consiglio molto delicata si deciderà su un ricorso presentato dai proprietari del Castello di Altomonte contro l’Amministrazione comunale di Altomonte.
Lo scopo dell’iniziativa legale avviata dai privati è – a parere dei consiglieri di opposizione Francesco Iannuzzi, Gianpietro Coppola e Francesco Provenzale - sempre lo stesso: cercare di sanare una illegittimità edilizia non sanabile e/o evitare la demolizione della struttura, come invece è stato sancito da ben tre sentenze successive del Tribunale di Castrovillari (2011), della Corte d’Appello di Catanzaro (2012) e dalla suprema Corte di Cassazione (2013) Oppure, in alternativa, giungere ad una dichiarazione, da parte di un qualsiasi Tribunale, della impossibilità di demolire l’opera, cosa che aprirebbe le porte – per legge - ad una successiva acquisizione al patrimonio pubblico. A quel punto la patata bollente passerebbe gratuitamente dalle mani del privato a quelle del Comune, che dovrebbe risolversi da solo tutte le conseguenti “rogne” con le relative spese.
Il problema è che, alla data attuale, il Comune di Altomonte non ha ancora inteso costituirsi in propria difesa per l’udienza del 5 luglio prossimo, né depositare perizie, studi, relazioni ecc. che dimostrino – in contrapposizione al privato – che l’opera illegittima non è sanabile e, che in alternativa, si può invece procedere tranquillamente alla demolizione con le tecniche opportune, i cui costi ovviamente sono a carico dei costruttori dell’opera illegittima ed abusiva. Parliamo di alcune centinaia di migliaia di euro, e questo può far intuire il motivo del contendere.
Per la verità, una prima udienza sulla questione si era già svolta il 12 gennaio 2016, senza che il Comune di Altomonte si costituisse in giudizio né difendesse le sue ragioni. (vedesi allegata ordinanza del TAR Calabria del 13 gennaio 2016).
A seguito di ciò, 6 consiglieri avevano presentato in un Consiglio comunale straordinario svoltosi il 12 febbraio 2016 una delibera in cui, tra le altre cose, si chiedeva al Sindaco ed alla Giunta di adottare gli atti necessari perché il Comune si costituisse in giudizio per l’udienza del 5 luglio prossimo e per fare tutto quanto necessario a difendere le ragioni dell’Ente, ragioni già riconosciute e sancite in sentenze amministrative ormai definitive ed irreversibili.
A quella delibera, il sindaco e la sua maggioranza consiliare hanno votato contro, impedendone l’approvazione.
A far emergere la situazione attuale, altrimenti destinata al silenzio generale, è una lettera indirizzata dai Consiglieri comunali di opposizione Francesco Iannuzzi, Gianpietro Coppola e Francesco Provenzale alla Giunta Comunale, al Responsabile del settore tecnico-manutentivo ed al Segretario comunale di Altomonte. Nella missiva (che si allega) i consiglieri chiedono ancora una volta che il Comune si costituisca in giudizio all’udienza del TAR del 5 luglio e difenda tutti i diritti acquisiti dall’Ente in virtù delle sentenze amministrative e penali passate in giudicato, definitive ed inappellabili.
Al momento attuale, nessuna costituzione in giudizio né nessun incarico a legale è stato affidato dall’Amministrazione comunale di Altomonte.
“L’udienza al TAR del 5 luglio è molto importante – commentano i consiglieri Iannuzzi, Coppola e Provenzale firmatari della lettera in oggetto - perché decisioni amministrative prese in quella sede – a nostro parere - potrebbero essere sfruttate da controparte per tentare di far stabilire la supposta indemolibilità dell’opera. Questo diventerebbe, secondo alcuni, requisito per passare ad una successiva acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale, nello stato attuale di abbandono e degrado documentato dalle foto allegate al presente comunicato stampa. Quindi, per assurdo e nella mancata reazione di Sindaco, Giunta e Uffici competenti, sarebbe il Comune a doversi occupare in toto dell’immobile, attualmente incompleto ed inutilizzabile, liberando il privato che lo ha illegittimamente realizzato da ogni gravame e responsabilità. Sarà dunque a spese della collettività altomontese che l’edificio (finora da abbattere a spese dei privati che l’hanno costruito) dovrà essere messo in sicurezza e separato fisicamente dalla proprietà privata dei costruttori, a cui è collegato da una passerella in cemento armato larga 4 metri e lunga 8 (come si vede dalle foto allegate). E poi l’edificio dovrà essere recintato, tampognato, manotenuto in condizioni dignitose o eventualmente completato, ma a spese di chi ?? Ovviamente della collettività altomontese, cioè proprio la parte offesa dalla realizzazione illegittima ed abusiva della struttura. Forse è il caso che qualcuno si svegli e si renda conto di quanto sta succedendo ad Altomonte, nel silenzio dei più.”