Curinga, CasaPound: “Progetto Sprar? Comune pensi prima ai curinghesi”
“La volontà di assegnare il centro storico del Comune di Curinga per mezzo dei progetti Sprar agli immigrati, è totalmente inaccettabile. Invito la giunta comunale di Curinga a invertire la rotta investendo sullo sviluppo del territorio mirato al coinvolgimento della propria gente. Il sindaco pensi prima ai curinghesi”. È questa la dura presa di posizione di Bruno Spatara, responsabile provinciale di CasaPound Catanzaro.
“A Curinga – spiega - si vuole mettere in atto una vera e propria sostituzione della popolazione. Anziché puntare sul rilancio di settori importanti per il territorio quali l'artigianato, il piccolo commercio, l'agricoltura, che da sempre sono il motore dell'economia dei piccoli comuni calabresi, e ancora, su politiche per la famiglia atte a contrastare la desertificazione indirizzate altresì alla riqualifica e rigenerazione urbana dei centri storici, l’amministrazione di Curinga vuole puntare sul business dell'accoglienza. Un recente rapporto della Svimez ha sottolineato come il Sud, in particolar modo le aree interne, rischi nei prossimi anni un vero e proprio “processo di desertificazione umana”, a causa del saldo negativo tra decessi e nascite. Dunque a morire sono proprio quei paesi che per secoli sono stati l’ossatura del Mezzogiorno. In virtù di ciò – continua - è inammissibile che la soluzione a questa problematica sia la ripopolazione dei piccoli centri mediante l’ausilio degli immigrati. Una buona amministrazione dovrebbe utilizzare i fondi regionali destinati alla riqualificazione dei centri storici per dare un concreto e reale rifacimento dei piccoli centri coinvolgendo la propria gente. Anziché adeguarsi alla moda del falso buonismo, bisognerebbe attuare una rivalorizzazione del patrimonio storico-architettonico mediante un rilancio sia commerciale che turistico della piccola cittadina di Curinga, dunque bisogna adoperarsi per il bene e per lo sviluppo del suo territorio e della propria gente”.
“Inoltre, - prosegue Spatara - le dichiarazioni del vice sindaco Maiello mi lasciano perplesso. Ella giustifica l’aver aderito al progetto Sprar richiamando il nostro passato da emigrati, a ‘ciò che hanno vissuto i nostri nonni’: la Maiello probabilmente ha dimenticato che il vissuto dei nostri nonni emigrati è lontano anni luce da quella che è l’attuale realtà dei fatti. Infatti, i nostri nonni subivano un trattamento ben diverso da quello che oggi ricevono oggi gli immigrati. A quei tempi venivano effettuati controlli serrati e, nella maggior parte dei casi, venivano rimpatriati inoltre non era in atto la tratta dei nuovi schiavi sui quali le cooperative e le Onlus lucrano celandosi dietro il falso buonismo dell’accoglienza e dell’integrazione. Aggrapparsi alla retorica del nostro passato da emigrati per giustificare l’immigrazione incontrollata è davvero surreale: se un popolo è sempre stato terra d'emigrazione, questo significa che geograficamente, demograficamente, culturalmente esso è più portato a esportare uomini che ad importarli”.
“È inaccettabile – conclude - che queste scellerate scelte politiche, il cui unico scopo è quello di accrescere i guadagni delle cooperative “amiche”, vengano messe in atto mentre ci sono tanti cittadini italiani che vengono sfrattati e versano in condizioni economiche disperate. La priorità va data agli Italiani”.