Lamezia, Comune: Benincasa, invito il Sel ad un confronto in tv
C’è un’arroganza pericolosa nel tentativo di azzerare le proposte e manipolare le mie parole vere contro entrambe le discariche, di Lamezia e di Pianopoli. Chi getta il seme della confusione non sta servendo un buon padrone. E lo invito a estirpare con coscienza, se possibile, quei germi antidemocratici particolarmente insidiosi nel confronto politico. La chiarezza è necessaria non solo per questione di dignità a mantenere geneticamente inalterato il significato delle mie parole, che ribadisco contro ogni maschera di finto ambientalismo. Ma anche perché dire come stanno i fatti nella realtà no è un interesse personale ma la condizione minima per poter agire con onestà e svolgere un’ opposizione politicamente costruttiva per la città e non per una parte politica. Questo è il punto. La comunità non ha interesse ad avere blackout che portano a illuminare solo la scandalosa discarica privata di località Carritello- Pianopoli senza rendere conto della gravità sulla discarica pubblica di Località Stretto. Comprendo che l’argomento è spinoso perché riguarda la gestione privatistica della società Multiservizi, legittimata in questi anni a spolpare bilanci e competenze del Comune, senza capire dove siano i benefici per i cittadini. Ho rispetto per la natura pubblica degli interventi. Ma un esame di coscienza, il Sel deve pur farlo. Se si vuole ripartire in maniera virtuosa, ritengo sia corretto coltivare il confronto mettendo a frutto l’intelligenza di intraprendere strade condivisibili, su cui sono la prima disposta a riconoscere i meriti dell’amministrazione quando ci sono. Il senso politico delle mie denunce non è la condanna ma l’invito a cambiare passo, per evitare che al danno provocato da cinque anni di gestione scriteriata si aggiunga la beffa di riconoscere indebite premialità. A meno a che qualcuno non sia convinto che opprimere le mie parole è la cura che i medici del Sel lametino hanno il ruolo di somministrare per nascondere la verità e le gravi motivazioni che hanno determinato il sequestro da parte della Procura per la gestione della discarica. In questo caso dubito della lungimiranza di chi si convince che la verità possa tenersi seppellita come un rifiuto scomodo da smaltire e nascondere le responsabilità dietro un dito. La gente di Lamezia ha diritto di conoscere e partecipare le scelte che la riguardano e non può essere fagocitata per assecondare strategie chissà tese alla costruzione di altre discariche: né pubbliche né private, le discariche che violentano l’assesto idrogeologico . Nel 2010 sarebbe grave rinunciare a scelte tecnologicamente più adatte per la salute dei cittadini e il territorio. Nessuno può continuare a bere dalle coppe della politica di Pirro, che dopo avere vinto sconfigge ogni valore. Gomorra ,tanto spaginato dagli ecologici della sinistra lametina, insegna che la polvere di stelle di un sindaco, seppure dotato da uno sguardo spazioso e da uno stuolo di validi compagni , non può garantire di fare da argine al fenomeno pervasivo della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti. Saviano su questo argomento è molto serio. Da faro sono per noi amministratori, in particolare, le dichiarazioni del Presidente nazionale della Corte dei Conti quando avverte che le vie sotterranee della corruzione e della illegalità stanno provocando voragini nei conti pubblici e nelle tenuta della democratica delle istituzioni. A meno a che a Lamezia il Sel non abbia in mano la ricetta miracolosa capace di togliere verità alla realtà ritenendo che Lamezia sia un’isola felice, ritengo sia necessario considerare il rischio che attraverso la gestione dei rifiuti- anche nel nostro Comune- la mafia può riuscire a condizionare i poteri degli amministratori locali e fare agitare il tricolore solo dove ha convenienza. Per garantire gli interessi della comunità, la politica cittadina ha come sempre due strade: quella della presunzione e della demagogia che porta ad accentrare ogni potere in mano a chi appare più onesto, e a scaricare le responsabilità agli altri quando qualcosa va storto. Oppure c’è la strada a cui le rughe del mio pensiero chiedono di guardare. E’ una visione non comoda ma fiduciosa: è la strada in salita dell’umiltà con cui la politica deve mantenere il confronto democratico con le parti politiche e civili e mettersi in discussione quando questo è utile alla società civile. Da esponente di un partito che ha chiaro il percorso del rinnovamento e della responsabilità politica. Invito il Sel a un confronto televisivo che metta in onda i luoghi di cui si sta discutendo. A documentare la realtà ci sono anche gli atti da cui prendono le mosse le mie dichiarazioni.