Maxi evasione da un milione di euro, scatta il sequestro per imprenditore edile
Il Gico della Guardia di Finanza di Brescia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente, emesso dal Tribunale di Bergamo nei confronti di un imprenditore 50enne originario di Reggio Calabria e residente a Grumello del Monte, amministratore di una società edile con sede a Brescia, per un importo corrispondente all’imposta evasa, che è stata quantificata in oltre un milione di euro. I sigilli sono stati apposti, nei giorni scorsi, al capitale sociale dell’azienda, a due immobili site nel comune di Grumello, a liquidità, titoli e ad un’autovettura.
L’ATTIVITÀ trae origine dall’operazione denominata “Laguna” in cui le Fiamme Gialle avevano indagato su un presunto sodalizio criminale che sarebbe stato dedito alla commissione di reati fiscali e fallimentari, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e turbativa d’asta. Indagine che nell’estate del 2015 portò a numerosi arresti.
Gli investigatori avevano monitorato delle aziende considerate vicine al gruppo criminale, effettuando accertamenti per verificare il ricorso a compensazioni illecite, ovvero nell’annullare in modo fraudolento, in tutto o in parte, i debiti fiscali, previdenziali e assistenziali con crediti inesistenti della stessa natura.
In particolare, al termine dei controlli sulla società dell’imprenditore reggino, sarebbe emerso che la stessa fosse stata utilizzata per l’assunzione di personale i cui oneri previdenziali e tributari erano stati sostanzialmente annullati col ricorso sistematico a compensazioni attraverso crediti Irpef e Ires inesistenti.
I militari sostengono che per tre anni, dal 2013 al 2015, l’azienda edile avesse in carico rispettivamente, 39, 57 e 72 dipendenti, pur non avendo presentato alcuna dichiarazione fiscale obbligatoria per legge. Esaminando i cosiddetti modelli F24 presentati presso gli istituti di credito si appurò che debiti previdenziali e tributari, che ammitano a 1oltre 1,15 milioni di euro, sarebbero stati compensati con crediti inesistenti Irpef e Ires riferiti alle annualità 2013, 2014 e 2015.
Un sistema che avrebbe consentito di falsare le regole della concorrenza, permettendo di offrire manodopera a un costo inferiore rispetto a quello praticato dal mercato attraverso l’annullamento degli oneri correlati al “costo del lavoro”.
Per queste condotte era stato denunciato l’imprenditore reggino ed era stata avanzata una proposta di sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie e dei beni riconducibili alla società o al suo amministratore, fino alla concorrenza dell’imposta evasa. Richiesta accolta dal Gip.