Anlc Cosenza sull’apertura della stagione venatoria
"E’ ormai iniziato il conto alla rovescia, domenica 4 settembre si darà avvio alla nuova stagione venatoria. Tante le aspettative dei seguaci di Sant’Uberto, in un crescendo di emozioni e di trepidanti attese. Accanto a quest’ultime, purtroppo, ci sono pure una serie di problematiche che si ripropongono ormai anno per anno, attenuando gli entusiasmi di chi, appassionato di arte venatoria, ama trascorrere momenti di vita a diretto contatto con la natura". E' quanto scrive Pasquale Paradiso, presidente Provinciale ANLC Cosenza.
"La crisi economica - continua la nota - l’insicurezza sulla quotidianità delle cose, la carenza di selvaggina e la martellante campagna discriminatoria verso la categoria, finiscono per ripercuotersi negativamente sotto l’aspetto venatorio. Un’attività quella venatoria che, invece, potrebbe concorrere a far lievitare l’economia e risultare utile alla società, come ad esempio i piani di abbattimento selettivo verso quelle specie considerate in sovrannumero e che provocano danni all’uomo, alle cose e agli altri animali (vedi i continui problemi causati dai cinghiali). I sistemi da mettere in atto dovrebbero basarsi sull’impegno concreto di tutte le categorie: agricoltori, ambientalisti e cacciatori. Quest’ultimi, quali fruitori del sistema, con la loro esperienza dovrebbero assolvere ad un ruolo di primo piano nel sistema di valorizzazione del territorio.
Purtroppo i circa 8.500 (per la precisione 8.639 nella passata stagione venatoria) appassionati cacciatori residenti nella provincia di Cosenza, per una serie di difficoltà oggettive e per alcune circostanze, registrano numerose disfunzioni quali: la stesura del Calendario Venatorio che è ormai divenuto sempre più complicato ed insoddisfacente per le troppe limitazioni riportate, il sistema di assegnazione delle zone per la caccia al cinghiale; la sempre più marcata rarefazione di selvaggina sul territorio, la mancata modifica della obsoleta Legge Regionale n. 9/96 che siede nelle Commissioni Regionali da più tempo, il mancato rinnovo degli Organismi di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia le cui cariche sono scadute ormai da più di un anno, i mancati trasferimenti dei fondi previsti dalla Regione agli A.T.C. e alle Associazioni Venatorie con la conseguente mancanza di interventi gestionali validi. Tutto ciò finisce ad opacizzare questo momento di festa per tanti onesti cittadini appassionati di arte venatoria.
A nome della Libera Caccia, quale responsabile della Segreteria Provinciale di Cosenza - continua Paradiso - voglio lanciare un appello alla collaborazione indirizzata agli amici agricoltori e ambientalisti e a quanti hanno a cuore i buoni destini, affinché, tutti insieme, costituiamo un fronte comune per valorizzare il territorio sotto l’aspetto faunistico ed ambientale, attraverso un piano comune di intervento su basi di programma e con riferimenti scientifici. Noi di certo siamo determinati a fare la nostra parte ed auspichiamo che al di la delle eventuali sterili ci sia la volontà, da parte di tutti gli altri a collaborare, dissociandosi da ogni posizione preconcetta verso la caccia ed i cacciatori. Siamo l’unica associazione venatoria ad investire nella ricerca al fine di considerare l'attività venatoria come una risorsa. Abbiamo, infatti, istituito un Ufficio Tecnico Legislativo sulla Fauna Selvatica effettuando uno studio scientifico e realizzando una Guida per la stesura dei Calendari Venatori, trasmesso a tutte le regioni, compreso la nostra. Si rende necessario l’istituzione di un Istituto parallelo all'ISPRA, come avviene in altre nazioni, affinché i regolamenti sulla caccia siano fatti da tecnici specializzati nella materia ed i calendari venatori siano esaminati accuratamente ed emanati nei modi e nei tempi previsti dalla legge e soprattutto che possano reggere ogni attacco giuridico.
Nella passata stagione venatoria, a seguito del ricorso presentato presso il Tar del Lazio avverso il “famoso” decreto Galletti e degli strascichi che ha comportato anche in sede europea, la nostra Sede Nazionale di Roma ha effettuato formale diffida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai dicasteri interessati, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) e il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM). Tale atto si è reso necessario affinché la questione dei calendari venatori sia possibilmente trattata in seno alla Conferenza Stato Regioni, infatti solo in tale sede dovrebbe essere garantita trasparenza, pieno contraddittorio e un auspicabile coordinamento istituzionale per scongiurare l’ipotesi di una procedura d’infrazione nei confronti delle Regioni italiane.
La nostra linea programmatica è, da sempre, basata in difesa della caccia, con onore e senza alcuna vergogna. Dopo tanti anni fatti di difese, riduzioni e rinunce al fine di avere un dialogo costruttivo, dialogo mai considerato dal mondo animalista, la Libera Caccia ha deciso di alzare la testa e rivendicare tutti i nostri diritti senza alcun sconto. Poco importa se siamo stati dipinti da altre associazioni venatorie come “estremisti” e che remiamo in controtendenza al naturale andamento dei tempi. Siamo fieri, invece, di voler con ogni determinazione la caccia libera in un territorio libero con l’incremento di tempi di caccia e di specie cacciabili, la riperimetrazione dei Parchi e il loro accesso per le attività cinofile.
Le altre associazioni dovrebbero invece vergognarsi del loro operato, avendo infatti stretto un “Patto di ferro” con alcune associazioni ambientaliste tra cui Legambiente, rafforzando la posizione animalista a discapito nel nostro amato sport. Basti pensare che proprio quest’ultima si è resa responsabile di una nota inviata il 22 giugno c.a. al Ministro dell’Ambiente ed ai Presidenti delle Giunte Regionali con la quale esortava con estremo rigore affinché i Calendari Venatori prevedessero la data di apertura generale al 1° ottobre (senza alcuna preapertura) e di chiusura al 31 dicembre per la Beccaccia, al 10 gennaio per Tordo bottaccio, Tordo sassello e Cesena ed al 20 gennaio per gli acquatici.
I fatti dimostrano che le nostre scelte sono state sensate e che alleati in campo venatorio non ne abbiamo, anzi, se questi sono, ne possiamo tranquillamente fare a meno. Con grande orgoglio possiamo sostenere che continuiamo ad essere l'unico, vero, Sindacato dei cacciatori e che lotteremo fianco a fianco con tutti coloro che ritengono la caccia un bene prezioso da salvaguardare e trasmettere alle generazioni future. Un bene culturale e tradizionale ma anche tecnico, scientifico e gestionale di cui la società moderna non può davvero fare a meno".
Estratto del calendario venatorio 2016/2017
La caccia è consentita su tutto il territorio regionale per tre giorni la settimana, a scelta del cacciatore, fra lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica, con l’esclusione del martedì e venerdì, giorni di silenzio venatorio a norma della legge n. 157/92.
La caccia è consentita da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto secondo le tabelle mensili in calce riportate. Per le specie Beccaccia la caccia è consentita dalle ore 7,00 alle ore 16,00 nei giorni e nei rispettivi periodi stabiliti. La caccia al Cinghiale è consentita dalle ore 7,00 fino al tramonto nei giorni di giovedì, sabato e domenica.
PRE-APERTURA - Domeniche 4 e 11 settembre: Tortora, Colombaccio, Cornacchia grigia, Ghiandaia e Gazza (esclusivamente da appostamento);
APERTURA GENERALE - Domenica 18 settembre: Tortora, Fagiano, Quaglia, Cornacchia grigia, Ghiandaia, Gazza, Folaga, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Fischione, Germano reale, Codone, Marzaiola, Beccaccino, Moriglione, Frullino, Pavoncella, Gallinella d’acqua, Porciglione, Combattente, Lepre comune, Volpe;
APERTURA Sabato 1 ottobre: Cinghiale, Colombaccio;
APERTURA Domenica 16 ottobre: Beccaccia;
CHIUSURA GENERALE: 30 Gennaio 2017.
NOTA SUL TESSERAMENTO
Il bilancio della passata stagione venatoria ha visto un sostanziale arresto del calo dei cacciatori nella nostra regione. In provincia di Cosenza siamo ormai stabilmente intorno agli 8.500 cacciatori.
L’A.N.L.C. (Associazione Nazionale Libera Caccia) con i suoi 3.000 associati rappresenta oltre 1/3 del totale dei cacciatori.
Segue la F.I.D.C. (Federcaccia) con poco meno di 3.000 soci.
I restanti 2.500 cacciatori sono suddivisi tra le restanti 6 associazioni venatorie.
La Libera Caccia augura a tutti una buona stagione di caccia all’insegna della sportività ed al rispetto dell’ambiente e delle regole, anche di quelle meno condivise. Inoltre, raccomanda di prestare particolarmente attenzione nell’utilizzo delle armi, al fine di evitare spiacevoli episodi".