'Ndrangheta: tre arresti a Sant'Onofrio, uno portò statua 'Affruntata'
Ha portato a tre arresti per usura ed estorsione, l'inchiesta avviata dopo l'intimidazione che provocò la sospensione dell'Affruntata a Sant'Onofrio. Con l’accusa di estorsione ed usura aggravate dalle modalità mafiose gli uomini delle squadre mobili delle Questure di Catanzaro e Vibo Valentia hanno arrestato tre persone. Si tratta di Salvatore Bonavota, 22 anni; Giulio Castagna 43 e Gianfranco Russo 36 anni. Sarebbero responsabili di un episodio di usura di cui era vittima un commerciante di Sant'Onofrio, piccolo centro del vibonese, costretto a corrispondere al gruppo interessi del 257% annui per un prestito iniziale di 2.800 euro. In pratica, l'uomo doveva corrispondere mensilmente dai 400 ai 500 euro agli emissari del gruppo a capo del quale ci sarebbe stato, nonostante la giovane età, Salvatore Bonavota, fratello di Pasquale e Domenico, attualmente detenuti, capi dell'omonimo clan mafioso operante nel vibonese. Dopo le operazioni "Uova del Drago" e "Replay", che avevano decapitato la cosca, il giovane Bonavota avrebbe assunto le redini dell'organizzazione. L'operazione che lo ha portato in carcere con i suoi presunti complici è stata denominata “Sfrontati”. Il riferimento è alla tradizionale cerimonia religiosa della “Affruntata” che si svolge a Pasqua nel piccolo centro del vibonese, balzata agli onori delle cronache per le intimidazioni subite dal priore della confraternita che l'organizza e che sarebbero state messe in atto dalla 'ndrangheta intenzionata ad accaparrarsi il diritto di portare a spalla le statue religiose durante la cerimonia, come segno d'autorità. Ai tre arrestati non viene contestato l'episodio degli spari all'abitazione del priore. Uno dei tre arrestati, nella rappresentazione del 2009, portò a spalla la statua di San Giovanni.