Dibattito “Gioventù Tradita” al Caffè Malavenda
La neonata associazione “Stanza 101” si apre alla città di Reggio Calabria con un ricco e partecipato dibattito che si è tenuto ieri (21 settembre) sera presso il Caffè Malavenda. Oggetto della discussione è stata la “Gioventù Tradita”, titolo tratto dall’omonimo libro del giovane studente reggino Francesco Marrara, uno dei protagonisti ospiti del dibattito insieme a Marika Pizzi, giovane assistente sociale, Pasquale Oronzio, membro dell’associazione universitaria New Deal, e Luigi Iacopino, socio fondatore di Stanza 101.
È proprio Iacopino a presentare Stanza 101, nome preso dal celebre romanzo ‘1984’ di G. Orwell per rappresentare l’attuale società totalitaria e la volontà di reagire ad essa. Secondo il rappresentate di Stanza 101, oggi bisogna costruire una reazione alla società nichilista ed al pensiero unico imposto da chi gestisce l’economia.
L’impressione è quella di vivere un epoca di “cretinismo economico”, citando Gramsci, il quale ammoniva il pericolo che tutta l’esistenza dell’Uomo si potesse ridurre alla sua capacità di produrre e creare. A questa deriva bisogna opporre la forza delle identità e le identità possono riemergere solo creando momenti di dibattito e di pensiero critico come Stanza 101 in questa serata si è sforzato di organizzare.
Nel romanzo di Orwell, la Stanza 101 è la camera in cui vengono torturati tutti i dissidenti del regime sottoponendoli alle proprie fobie. Qui a Reggio, e prima ancora sul blog ufficiale dell’associazione, la volontà è quella di aprire questa Stanza per superare ogni critica impertinente e politicamente scorretta che non deve più corrispondere ad una fobia sociale (razzismo, xenofobia, omofobia, etc…) ma deve essere l’opportunità per far incontrare visioni alternative.
La discussione è proseguita in un serrato confronto con domande poste dal moderatore Giuseppe D’Agostino, direttore della testata on-line cmnews.it, ed a giro le risposte dei giovani ospiti relatori. A dettare la traccia però sono gli argomenti del libro “Gioventù Tradita” di Francesco Marrara: lavoro, istruzione, università, famiglia, manipolazione delle masse.
È proprio il giovane scrittore a presentare il suo primo lavoro nato per dare un messaggio positivo ai giovani e spingerli alla riflessione sui temi importanti e su quei valori che devono diventare punti di riferimento per la propria vita. Cardine valoriale deve essere la realtà della famiglia naturale, cellula della società e prima agenzia educativa dell’Uomo. La famiglia è quel nucleo affettivo dove l’Uomo comincia a relazionarsi all’altro ed a strutturare la propria persona per affrontare la quotidianità e per costruire, insieme all’altro, il vero progresso di una società.
Ma accanto alla famiglia fondamentale è il supporto sussidiario dell’istruzione e dell’università, due mondi oggi in crisi perché non formano coscienze critiche ma uniformano l’individuo attraverso un semplicistico sistema nozionistico. L’individuo, così, diventa un soggetto debole in preda alla manipolazione sociale ed al lavoro capitalistico che estranea l’Uomo per immetterlo in una logica mercantilistica ed utilitaristica. In questo quadro il lavoro non è più al centro di un progetto di vita ma diventa un mero strumento di alienazione. Sono questi riflessioni importanti, a volte anche un po’ grezze e banali, ma necessarie per suscitare interrogativi in una gioventù che ha bisogno di mettersi in gioco.
Molto interessante è anche la prospettiva di Marika Pizzi, giovane assistente sociale secondo la quale il problema della gioventù è la carenza di veri punti di riferimento sociali. La società oggi non c’è, è assente se non in speranze illusorie di benessere che poi vengono riempite da alcol, droghe ed anche mafia.
Pasquale Oronzio, rappresentante del mondo universitario, mette in risalto il ruolo dell’associazionismo come arma per combattere il nichilismo della società attuale. Le associazioni sono una grande opportunità per creare contatto fra diversità e di conseguenza aiutare nel confronto a sviluppare un pensiero critico e libero. Oronzio fa anche un giusto mea culpa dei giovani che si cullano sulle grosse difficoltà che questa epoca offre perché il futuro non si può ereditare ma bisogna costruirlo. Se sull’attuale gioventù gravano grosse responsabilità dei propri padri è ancora maggiore il tradimento che i giovani compiono verso se stessi nel loro disimpegno. Una prospettiva questa coraggiosa e leale ma soprattutto di riscatto e determinazione.
Il dibattito è proseguito anche con un ricco confronto con il pubblico intervenuto numeroso a questo primo appuntamento di Stanza 101. Si è parlato di famiglia come barricata rispetto al livellamento del mercato perché offre valori, quali l’identità, la solidarietà e la comunità, assolutamente inconciliabili con quelli dell’efficienza e del consumismo. Si è parlato di meccanizzazione della vita, della precarietà dell’esistenza e soprattutto si è saldato un costruttivo confronto generazionale. Giovani e anziani non devono essere più in conflitto come lo furono nel ’68 ma devono insieme partecipare, su ruoli e posizioni diverse ma comunicanti, a ricostruire la società sui valori che armonizzino la società.