Bilancio positivo per la Catanzaro Design Week: seimila i visitatori
Per la macchina organizzativa della Catanzaro Design Week è tempo di tirare le somme . Si chiude in attivo il bilancio sia per il capitolo dei numeri, che per quello, più affascinante, delle emozioni. A dare certezza sulla riuscita della manifestazione c’è un dato inconfutabile: i circa seimila visitatori che non hanno resistito al richiamo del design, e con ogni probabilità anche all’attrattiva della novità.
Non ci sono difatti precedenti che raccontano di una kermesse di questo tipo nella città capoluogo e neppure in tutto il Meridione. Come ogni cosa mai collaudata prima, anche questa portava con sé l’aurea del rischio, dello scetticismo e dell’incertezza. Lo sanno bene gli ideatori dell’iniziativa, che quando qualche mese fa hanno iniziato a mettersi a lavoro in modo da concretizzare il loro progetto hanno incontrato una buona dose di diffidenza a cui però hanno saputo applicare il giusto antidoto: il coraggio e la forza di volontà.
Non si sono mai persi d’animo di fronte alle difficoltà di qualsiasi natura, da quelle burocratiche a quelle economiche, e hanno proseguito con determinazione per la loro strada trovando alla fine la giusta ricompensa. Quella di aver suscitato l’interesse e l’apprezzamento di molti e di aver dato alla città il volto di un luogo in pieno fermento. Centrato anche l’obiettivo di “aver avvicinato il popolo dei “profani” al mondo del design e di aver creato un collegamento con la produzione di settore del territorio.
A spiegare questo fondamentale passaggio è stata Silvia Aloisio, art director della CDW e curatrice della sezione della mostra racchiusa dal sottotitolo “Fare, Pensare, Innovare”. E’ proprio qui che bisogna intravedere il punto cruciale di un’iniziativa che ha una genetica ben differente dalla mera esposizione di un collettivo di prodotti. Si prefigge, al contrario, di gettare le basi di un processo di sviluppo della nostra terra: “Partendo dal presupposto che in Calabria la produzione è spesso affidata alla cosiddetta industria diffusa, fatta di piccole realtà imprenditoriali, in cui la serialità lascia lo spazio all’unicità della realizzazione, abbiamo intrapreso un rapporto di rinnovamento delle produzioni restando legati ai materiali e alle tecniche locali”.
Il risultato è una piccola collezione che è stato possibile ammirare all’interno di una delle sale del percorso espositivo allestito all’interno del San Giovanni. I prodotti sono nati dall’incontro tra l’idea del progettista Leonardo Sonnoli e la perizia del saper fare degli artigiani Mirella Leone (Tessilart di Tiriolo), Chiara Pirroncello (UniversoChiara di Chiaravalle) e Antonio Scilanga (Il Manufatto di Cirò Marina). Il fine ultimo è quello di far emergere questo tessuto promuovendo un dialogo tra aziende, artigiani e progettisti, nella convinzione che l’introduzione della componente progettuale possa portare a far evolvere le tecniche e proiettare la produzione verso nuove applicazioni. La Settimana del Design è stata in grado di lasciare un segno tangibile in un contesto solo apparentemente privo di vita e di vitalità, di risorse e di positività. Catanzaro ha urlato il suo desiderio di conoscenza superando anche i limiti delle convenzioni e di ogni clichè.
“E’ stata apprezzata la freschezza di una manifestazione contemporanea di rottura con gli schemi consuetudinari e in cui abbiamo voluto alternare – hanno affermato gli organizzatori - eventi formativi a momenti ludici e di aggregazione. Sullo stesso orientamento programmeremo anche la seconda edizione, lasciando invariato il concept e inserendo qualche novità”. Tornando al consuntivo, che dire delle emozioni? Per descrivere la soddisfazione di chi ha concepito questa iniziativa non ci sono parole.