Docenti Diritti Umani promuovono le giornate sulla salute mentale e contro la pena di morte
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani, in occasione del 10 ottobre intende ricordare due eventi importanti: la World Mental Health Day e la Giornata internazionale contro la pena di morte.
La prima iniziativa è stata indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e dalla Federazione Mondiale della Salute Mentale nel 1992. Ogni anno si organizzano manifestazioni ed eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo delicato argomento.
Il fenomeno del disagio psichico si presenta sotto varie forme e ormai colpisce molto spesso in età giovanile: dismorfofobia, disturbi alimentari, depressione, ansia da prestazione e altri disturbi ormai si palesano frequentemente nelle aule scolastiche.
A questo proposito il compito delle comunità educative (scuola e famiglia) è proprio quello di osservare, rilevare il più possibile precocemente comportamenti anomali e intervenire prontamente. Per coinvolgere le scolaresche nei riguardi del tema il Coordinamento propone così una serie di attività: brainstorming, discussione in classe, letture di riviste specializzate, passeggiata all’aperto per simboleggiare l’evasione dai limiti dei pregiudizi e le strettoie di ragionamenti fallaci.
La Giornata internazionale contro la pena di morte, invece, è stata istituita il 10 ottobre del 2003 dalla World Coalition against death penalty, ed è giunta alla quattordicesima ricorrenza. Il tema di quest'anno è il rapporto tra pena di morte e terrorismo. La prima è considerata dagli organizzatori come “un provvedimento di inaudita crudeltà e di sostanziale inutilità, rispetto alla funzione di contenimento dei fenomeni criminali propagandata a torto dai sostenitori dell’extrema ratio” ed è ancora in vigore in 38 paesi secondo il Rapporto 2016 dell’associazione Nessuno tocchi Caino.
“La pena capitale – viene ribadito - non è un deterrente, non aiuta a scoraggiare i crimini; incrementa e legittima l’uso della violenza”.
Dalla seconda metà del ‘900 alcune diplomazie internazionali si sono impegnate assiduamente affinché si dessero vita a documenti, patti e protocolli finalizzati all’abolizione nel mondo dell’omicidio legalizzato da parte dello Stato. Si ricorda come le Nazioni Unite, nel 1966, abbiano stilato il Patto internazionale sui diritti civili e politici, ratificato da più di 160 paesi che hanno avviato un percorso per la sensibilizzazione degli Stati in merito alla difesa della persona.
Successivamente vi sono stati ulteriori documenti, come la Risoluzione 2857 sulla pena di morte emanata dall’Onu nel 1971, il secondo Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1981, poi entrato in vigore nel luglio del 1991, lo Statuto della Corte penale internazionale, adottato nel 1998, la risoluzione 62/149 "Moratoria sull'uso della pena di morte" su iniziativa dell'Italia e dell'UE nel dicembre del 2007, il Protocollo n. 6 alla Convenzione europea sui Diritti Umani, approvato nel 1983,il Protocollo n. 13, adottato nel maggio del 2002 ed entrato in vigore nel luglio del 2003.
Il Coordinamento invita, anche su questa tematica, i docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado a richiamare l’attenzione dei ragazzi sul valore della vita umana, attraverso l’analisi storica dei casi più eclatanti di innocenti condannati a morte (ad esempio Sacco e Vanzetti) e la proiezione di filmati sulla problematica.
I docenti della materia alternativa questa tale occasione potrebbero creare dibattiti in classe stimolando gli studenti ad esprimersi anche attraverso disegni, poesie, canzoni, cartelloni, racconti, flash mob e a interessarsi le campagne abolizioniste.