Sequestrati 385 chili di coca: scaricata con l’aiuto dei marinai di una portacontainer
Un’imponente operazione quella eseguita dai finanzieri reggini che insieme ai colleghi dei reparti aeronavali di Pratica di Mare, Vibo Valentia e Palermo, hanno sequestrato un imponente carico di cocaina purissima, 385 chilogrammi, che viaggiava a bordo di una nave portacontainer proveniente dal Brasile e diretta nel Porto di Gioia Tauro.
Le indagini, coordinate dalle Procure della Repubblica di Reggio Calabria e Palmi e condotte dal Gruppo Operativo Antidroga delle fiamme gialle, con l’apporto della Direzione centrale per i servizi antidroga, hanno permesso di rilevare che il trasporto del maxi quantitativo di droga sarebbe avvenuto con la compiacenza di alcuni membri dell’equipaggio della nave: sarebbero stati loro difatti a scaricare lo stupefacente, custodito in 17 borsoni impermeabili legati tra loro con delle boe galleggianti, in un’area di mare distante circa 16 miglia dal porto calabrese, così che potesse essere poi facilmente recuperato eludendo i controlli che i militari eseguono sulla banchina.
Nel complesso, dunque, sono nove i fermi eseguiti nei confronti di altrettanti membri dell’equipaggio della portacontainer - tutti originari del Kiribati - e che secondo inquirenti sarebbero coinvolti nel traffico illecito. La cocaina sequestrata, una volta immessa sul mercato avrebbero fruttato l’importante cifra di circa 77 milioni di euro.
IL NUOVO METODO
L’operazione, è stata sviluppata con il rilevante apporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ed ha permesso di rilevare un nuovo metodo, adottato dalle organizzazioni criminali calabresi, per l’esfiltrazione della cocaina dai container in arrivo a Gioia Tauro.
A seguito di specifiche analisi investigative gli inquirenti ritenevano che la motonave “Hamburg Sud-Rio De Janeiro”, in arrivo il 19 ottobre scorso nel Porto di Gioia Tauro potesse trasportare un rilevante carico di cocaina. Quindi hanno preparato le normali procedure di controllo dei container, ma una volta attraccata è stata attivata la componente aeronavale della Guardia di Finanza e, in particolare, il Coan di Pratica di Mare ed il Roan di Vibo Valentia, che si sono avvalsi del supporto del Centro di Coordinamento Internazionale di Frontex, che coordina l’operazione congiunta “Triton 2016”, così da “monitorare” la nave nel corso della sua navigazione nel Mar Tirreno.
È stata accertata la rotta della motonave, proveniente da Valencia (Spagna) e battente bandiera tedesca, ed il suo effettivo arrivo presso il porto reggino. È stata, inoltre, acquisita la lista dei membri dell’equipaggio, costituita da 24 persone.
LA CARGOSHIP SEGUITA PASSO PASSO
Il monitoraggio della cargoship, coordinato dal Roan di Vibo in cooperazione con i colleghi di Palermo, ha comportato l’impiego di un Guardacoste e quattro vedette veloci già a partire dalla tarda serata del giorno 18. L’ombreggiamento della motonave iniziava a nord di Ustica, a cura del Roan di Palermo, e proseguiva a cura del Roan di Vibo, consentendo, alle unità navali del Reparto di rilevare, intorno alle 7.40 del 19 ottobre, la presenza sulla scia della nave ed a circa 16,5 miglia dal porto di Gioia Tauro, di oggetti galleggianti: i 17 borsoni, legati tra di essi con una sagola e retti da alcune boe - costituite da taniche di plastica vuote di colore verde e blu - lanciati dalla nave dall’equipaggio.
I borsoni, oltre alle taniche, sono stati recuperati dall’equipaggio della motovedetta. I successivi accertamenti hanno portato alla scoperta del contenuto: i 350 panetti di cocaina del peso di 385 chili.
Una volta attraccata al porto di Gioia Tauro la portacontainer, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, del Gruppo di Gioia Tauro e del Roan di Vibo Valentia hanno tempestivamente radunato in plancia tutti i 24 membri dell’equipaggio, che sono stati conseguentemente sottoposti a perquisizione, sia personale che delle rispettive cabine, così da raccogliere ogni elemento di interesse investigativo da utilizzare per l’individuazione di chi fosse coinvolto nel traffico illecito.
Sono state inoltre avviate le ricerche e sono state trovate due taniche dello stesso tipo e colore di quelle utilizzate come galleggianti per i 17 borsoni ritrovati in mare. Le attività hanno permesso di raccogliere fonti di prova nei confronti di nove persone appartenenti all’equipaggio della nave.
LE NOVE PERSONE FERMATE
Alla luce delle risultanze si è proceduto così al fermo di polizia giudiziaria dei soggetti, tutti di nazionalità Kiribati: Teisi Burataake, 32enne marinaio scelto; Iotaake Tioti, 44enne, marinaio scelto; Kabwebwenibeia Kakiaman, 31enne, assistente di navigazione; Mareweata Karutaakea, 27enne marinaio; Teata Kinibura, 30enne, marinaio; Bakitua Kirabuke, 54enne, marinaio scelto; Ataua Koraubara, 32enne, marinaio addetto alle macchine; Otia Tawanga, 26enne, marinaio scelto; Buranibeia Tiaon, 43enne, marinaio scelto.
Tutti e nove sono stati trasferiti nella casa Circondariale di Palmi a disposizione della Procura della Repubblica locale, competente per la convalida degli atti. Al riguardo, su richiesta del Pubblico Ministero, il Giudice per le Indagini Preliminari ha confermato l’impianto accusatorio, convalidando tutti i fermi di polizia giudiziaria.
(ultimo aggiornamento 12:22)