Castrovillari. Il sindaco ricorda Bonifati, il “padre costruttore”
La riflessione, a caldo, alla notizia della scomparsa di Aldo Bonifati, considerato il “Padre costruttore” del campus universitario di Arcavacata, oltre ad aver contribuito alla realizzazione di grande opere pubbliche in Italia ed all’Estero, è che la Calabria e, in particolare, Castrovillari hanno perso un “Imprenditore, un signore d’altri Tempi".
Lo afferma il sindaco della città del Pollino, Domenico Lo Polito definendo ancora Bonifati “un Uomo del lavoro che si è giocato nel reale, senza risparmiarsi, puntando sulla capacità di innovare, rischiare, assumere decisioni e responsabilità, dando forza, credibilità e Testimonianza, con tanti appassionati corregionali che si sono messi in gioco comi lui, per esprimere eccellenze in tutto il mondo, intuizioni, perseguendo l’accettazione del rischio in opposizione all’immobilismo o garantismo, l’efficienza al parassitismo, l’attitudine e la decisione in opposizione alla logica del rinvio”.
Un valore che, secondo il primo cittadino, Bonifati “ha voluto rafforzare a tutti i costi per offrire in Calabria, con il Campus, un’opportunità in più alle giovani generazioni al fine di creare e suscitare nuove occasioni di lavoro per i Territori, bisognosi di azioni corrispondenti alle loro esigenze nonché di quelle vitalità che concorrono alla crescita socio-economica e che solo gli uomini e donne del lavoro possono dare”.
“È sicuramente questo il patrimonio che lascia alla regione e nel suo capoluogo del Pollino, fattori che – rinbadisce Lo Polito - sollecitano un maggiore sentimento per le cose che sentiamo e vogliamo realizzare, che fanno costruire forme di vita nuova per tutti, che insegnano ad edificare una societas più giusta ed umana, nella quale cultura, economia e politica sono spazi per realizzare una nuova aggregazione attorno a contenuti seri, necessari per vivere e sempre più collegati alla capacità di iniziativa personale e comunitaria per essere e creare sviluppo”.
Aldo Bonifati, Classe 1922, rappresentava e raffigura dunque tutto questo. La condizione culturale perché le vitalità che possediamo divengano un Bene per ciascuno che per l’esistente.