Rossano. Riforma, votare Sì per garantire una nuova struttura costituzionale
Votare Sì per garantire una nuova struttura costituzionale, più europeista e moderna, all’Italia. Questo, partendo dal presupposto imprescindibile delle riforme che rappresentano l’unico strumento per attuare il processo reale di semplificazione e ottimizzazione dell’apparato pubblico. Meno vincoli politico-burocratici e più democrazia. Diminuire i processi di governo per rilanciare i servizi pubblici e creare un contatto più diretto tra Istituzioni e cittadini.
È quanto emerso domenica nel corso del confronto-dibattito sulle ragioni della riforma costituzionale, tenutosi nella Sala Rossa di palazzo San Bernardino, nel Centro storico di Rossano, promosso dal comitato territoriale “Sibaritide X il Sì” in vista dell’ormai imminente appuntamento referendario di domenica 4 dicembre.
Ad illustrare e spiegare la riforma costituzionale, l'avvocato penalista Antonio Brunetto ed il Prof. Salvatore Vassallo, docente di Scienza Politica presso l’Università di Bologna e tra i redattori della riforma costituzionale e reduce da un lungo tour referendario nel territorio della Valle del Trionto.
Tanti i cittadini che hanno preso parte al dibattito, moderato dalla giornalista Giusj De Luca, curiosi di conoscere, da fonti autorevoli, le motivazioni del Sì. I lavori sono stati aperti dall’assessore comunale alla Cultura e all’Internazionalizzazione, Serena Flotta, che ha portato i saluti del Sindaco Mascaro e rilanciato l’esigenza, “non più differibile per i cittadini – ha detto –, di poter guardare con più certezza e fiducia al mondo delle istituzioni. L’appuntamento referendario – ha chiosato – offre l’opportunità di cambiare, in meglio, il sistema Italia”.
Tra i presenti anche i Consiglieri comunali Vincenzo Scarcello (CCI), Tonino Caracciolo (RF), Teodoro Calabrò (PD), il vice presidente dell’Assise civica, Patrizia Curia, ed i segretari cittadini del Partito Democratico, Franco Madeo (Rossano) e Salvatore De Luca (Corigliano).
“La consultazione del 4 Dicembre – ha ricordato Antonio Brunetto - permette, prima di tutto, un importante atto di confronto civico. E la politica deve avere, secondo la sua più alta concezione, una dimensione di riflessione, di coraggio e anche di analisi. Questa riforma - entrando così nel merito - è stata concepita seguendo le leggi e il buonsenso e in ossequiosa conformità ad ogni dettame dell’ordinamento costituzionale. Inoltre, concede finalmente al Governo poteri e funzioni finora bloccate dalla farraginosità del sistema politico e burocratico e che finora hanno bloccato lo sviluppo del nostro Paese. È bene spiegare, quindi, che non si tratta di un tentativo di riforma frettolosa, ma – ha ricordato Brunetto - della conclusione di un processo che è partito sin dagli anni ‘70”.
“Non tutti coloro che sono impegnati nella campagna referendaria, specie i partiti politici, stanno aiutando in maniera adeguata le persone a capire quali sono i pro e i contro – con queste parole ha esordito Savatore Vassallo – i cittadini devono iniziare a ragionare sugli effettivi vantaggi della riforma”.
“Le radici di questo cambiamento – ha aggiunto ancora ricordando Costantino Mortati - vanno ricercate nell’esigenza di modificare la seconda parte della nostra Carta costituzionale. Questo iter non è un’invenzione degli ultimi 24 mesi, ma è frutto di una lunga gestazione che si è svolta nei decenni precedenti e riguardano la complessità di questo argomento. Il punto principale della riforma – ha aggiunto in modo perentorio il professore dell’Università di Bologna – sta sostanzialmente nella modifica e superamento del bicameralismo perfetto. Che, purtroppo, ha prodotto una schizofrenia istituzionale in cui c’è una maggioranza espressa dalla Camera e un’altra potenzialmente diversa al Senato. E questo inficia anche il processo legislativo, costretto a inutili e dannose lungaggini. Ecco perché attraverso il referendum possiamo finalmente decidere di cambiare le cose. Non tanto abbassando il numero dei parlamentari bensì rendendoli più efficienti. Così da avere non solo un impatto sui costi ma soprattutto sull’autorevolezza e sull’influenza dei singoli eletti. L’Italia – ha concluso il Prof. Vassallo - ha bisogno di questo cambiamento e lo si può raggiungere solo attraverso l’attuazione di questa riforma”.