Oliverio in campo per il sì con il sottosegretario De Vincenti
Si intensifica l’impegno del presidente della Regione, Mario Oliverio, su tutto il territorio calabrese a sostegno delle ragioni del Sì alla riforma costituzionale. Questa mattina primo appuntamento presso un noto albergo di Lamezia Terme, lo stesso da cui, all’indomani dell’approvazione della riforma da parte del Parlamento, il presidente della Giunta regionale lanciò il suo appello per la costituzione, su tutto il territorio regionale, dei Comitati per il Sì. Con Oliverio, “In campo per il SI’ alla riforma costituzionale”, anche il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti, il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, i deputati Covello, Barbanti, Aiello, Battaglia, Bruno Bossio, Censore e Nicodemo Oliverio e i consiglieri regionali Scalzo, Ciconte e Bova.
Numerosa la partecipazione di sindaci, amministratoti locali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, culturale e sindacale e di tantissimi cittadini. Nel corso del suo intervento, il presidente Oliverio ha sottolineato il rapporto proficuo che si è instaurato tra la giunta regionale e il governo nazionale e ha ringraziato, in particolare, il Sottosegretario De Vincenti “che –ha detto - è colui che quotidianamente si fa carico, nel merito, dei problemi concreti del Paese per poi sottoporli, con proposte e soluzioni, al presidente Renzi e al Consiglio dei Ministri”.
“Il Mezzogiorno –ha aggiunto Oliverio- per un lungo periodo era stato letteralmente cancellato dall’agenda del Paese. E tutto ciò, purtroppo, ha avuto un riverbero assai negativo sulla condizione sociale, sull’organizzazione dei servizi, sul gap che si è sempre più allargato tra il Mezzogiorno ed il resto del Paese. Nel corso di quest’ultima fase, attraverso il rapporto collaborativo che si è instaurato con il governo Renzi, si è registrata una netta inversione di tendenza. I dati evidenziati dalla Svimez e da altri importanti istituti nazionali parlano chiaro e per la prima volta segnalano un’inversione di trend, + 1,1%, evidenziando un segno positivo nella crescita della nostra regione. E’ un dato che arriva dopo sette anni in cui la Calabria aveva perso 14 punti di Pil e 196mila calabresi hanno deciso di cercare occupazione altrove”.
Oliverio ha, quindi, evidenziato il recupero di credibilità nel rapporto con la Commissione Europea e illustrato i passaggi virtuosi di un’oculata programmazione delle risorse e degli investimenti infrastrutturali. “La Calabria così come ha confermato il ministro Martina in visita ieri nella nostra regione –ha ricordato Oliverio- è al primo posto negli impegni di spesa sul nuovo Psr. Un risultato, questo, dato dal fatto che alla programmazione sta seguendo una fase operativa nella utilizzazione delle risorse finalizzata alla crescita, volta a sostenere e a rafforzare quei timidi segnali di inversione del trend che abbiamo registrato in quest’ultimo periodo. Abbiamo un pacchetto di risorse che ammonta a circa otto miliardi di euro, a cui vanno aggiunte quelle destinate alle infrastrutture per le quali abbiamo già definito l’accordo con il Ministro Delrio, con Anas e Rfi. Le risorse, per poter creare ricchezza, devono essere investite. Ha ragione Matteo Renzi: l’Europa non può, non deve farsi rinchiudere nella gabbia ristretta e “sparagnina” della signora Merkel.
“Se su questo versante non si ha il coraggio di portare avanti un’azione decisa, come lo ha avuto Matteo Renzi e che io condivido totalmente, il Paese rimane bloccato, ingessato, fermo. Questo tema si lega direttamente al passaggio di domenica prossima su cui sono accesi i riflettori dell’Europa e del mondo. Malauguratamente dovesse esserci un risultato negativo per il Sì sarebbe un disastro, prima ancora che per Matteo Renzi, per il nostro Paese, che non può assolutamente più permettersi che, per approvare una legge passino, in media, 563 giorni, sopportare contenziosi continui o sottostare a leggi diverse, da regione a regione, per appaltare un’opera di rilevanza nazionale. Perdere questa occasione sarebbe, per il nostro Paese, un vero e proprio suicidio. Da qui il mio appello, soprattutto ai sindaci, alla mobilitazione: c’è ancora una larga fascia cittadini incerti o indifferenti che può fare la differenza e noi abbiamo il dovere di incontrarli e di convincerli dell’importanza e delle buone ragioni di questa riforma”.