Referendum, il Comitato Libersi di Lamezia è per il Sì
In un incontro tenutosi presso la Sede “del Comitato Libersi SI” di Lamezia, di cui è presidente Salvatore De Biase, è stato discusso un ordine del giorno sul prossimo referendum del 4 dicembre. Nell’occasione è stato ribadito dal comitato “che nel tempo si è sempre detto che era necessario riformare la Costituzione; che occorreva ridurre i parlamentari; che lo Stato doveva riappropriarsi dei grandi temi come l’ambiente la Sanità, per evitare che, anche nel curarsi, vi fossero cittadini di sere A e di serie B; che il bicameralismo era frenante; che occorreva una stabilità governativa; che emerge una Legislazione concorrente, tra Regioni e Stato, che spesso chiama la Corte Costituzionale per dipanare competenze e ruoli (tra Stato e Regioni)i; che molti governi, sulla riforma costituente, avevano fallito. Ed ora che tutto questo si vuole fare, c'è chi dice no!”.
“Eppure – ricorda il Presidente Comitato lametino - tante volte si è tentato di riformare la Costituzione: 1983/1985 la Commissione bicamerale Bozzi (dal nome del suo presidente); 1982-1994, De Mita-Iotti, Commissione bicamerale; 1994 Comitato Speroni, governo Berlusconi; 1997-1998, Commissione bicamerale D’Alema; 2002-2004, Comitato Brigandì, governo Berlusconi II; 2005, il Progetto di revisione approvato dalle Camere; 2006, IL Referendum costituzionale che ha bocciato il progetto approvato dalle Camere; 2007, On. Violante ,il Progetto della I Commissione della Camera); 2013, Governo Letta, con On. Quagliariello); infine oggi , 2016, il governo Renzi, addirittura Berlusconi e Forza Italia inizialmente avevano collaborato alla scrittura della riforma, votandola anche in Parlamento). A parte il fatidico “Patto del Nazzareno”
Per De Biase, dunque, ed entrando nel merito la riforma si occupa di “modernizzare e portare il Paese Italia, in Europa con maggiore credibilità e decisionismo ; Istituire i Referendum propositivi per una democrazia partecipativa dei cittadini (finora esistevano quelli di negazione; e non si dica che le 150,00 firme oggi sono tante, perché le 50,00 previsti alla nascita della Carta Costituzionale, ovvero il 1948, il sistema comunicazione era quello che era: Superare il Bicameralismo, frenante, con la «navetta», delle leggi tra Camera e Senato, solo il Romania esiste il Bicameralismo, nel resto d’Europa no). Istituire il senato delle Regioni, rappresentativo dei territori, che supera la limitata azione della Conferenza tra Stato e Regioni; Azzerare i senatori a vita che diventano quindi una categoria a esaurimento. Ridurre i costi della Politica, con i senatori da 315 a 100, con forti risparmi sulle indennità attualmente corrisposte.; Eliminare l'inutile e costoso (Cnel).”
Secondo il Comitato è “determinare una nuova legge elettorale, dove chi vince governa; superare le province per favorire le aree vaste. E dove vincesse il no? In futuro – sostiene De Biase - si potrà mai più dire riformiamo la costituzione? In tanti risponderebbero: gli italiani si sono già espressi”.
Nell’occasione dell’incontro, poi, è stato sottolineato che all’atto della costituzione le sedute sono state 170. “Oggi – spiega ancora il comitato - si è lavorato per 173 sedute, l'Assemblea costituente aveva avuto 606 votazioni, 292 approvazioni e 315 respingimenti, ( 5.271 sono state oggi le votazioni in questo procedimento.) In sede di Assemblea costituente vi erano stati 1.090 interventi, (4.776 quelli attuali ) Sono state presentate 1.663 proposte emendative in sede di Assemblea costituente, oggi, anche strumentalmente, (83.322.708 milioni)”.
E poi il presidente del Comitato di Lamezia ricorda i padri costituenti: “come Meuccio Ruini, 22 dicembre 1947, parla all'Assemblea costituente in qualità di relatore del testo e dice: la seconda parte della Costituzione, Ordinamento della Repubblica, ha presentato gravi difficoltà, non abbiamo risolto con piena soddisfazione tutti i problemi istituzionali, ad esempio per la composizione delle due Camere e per il sistema elettorale. insomma, con la vittoria del si, il Senato svolge un’altra funzione, ovvero quella di camera di compensazione tra Stato e Regioni. la Camera legifererà in maniera autonoma: per approvare una legge, quindi, non ci sarà più bisogno di un voto favorevole da parte di entrambi i rami del Parlamento; Il nuovo Senato sarà a rappresentanza regionale e dei sindaci, quindi migliore rapporto col Governo centrale, maggiore conoscenza e sinergia col territorio amministrativo; Il ricorso ai decreti Legge, saranno limitati. Un po’ tutti i governi ne hanno abusato, con la giustificazione della necessità e dell’urgenza dei provvedimenti. Sulle Materie strategiche – conclude - lo Stato centrale sarà più forte: tra le quali i trasporti e l’energia. Si ridurrà il contenzioso Stato-Regioni, e quindi il ricorso davanti alla Corte Costituzionale. Per tutte queste ragioni l’invito è quello di votare e di spendersi per il SI”.