Comune Catanzaro: presentato bilancio di un progetto per minori stranieri
L’assessore alle Politiche sociali, Nicola Sabatino Ventura, il dirigente del settore, Giuliano Siciliano, e il responsabile della Fondazione “Città solidale”, padre Piero Pugliesi, hanno presentato alla stampa un bilancio del progetto “La casa d’Alì”, rivolto a stranieri minori non accompagnati. Il progetto, cominciato a fine 2008, è stato finanziato per una nuova annualità - in corso di svolgimento – grazie al Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati del Ministero del lavoro, della salute e delle Politiche sociali. L’ente attuatore è il comune di Catanzaro, in convenzione con l’Anci, mentre a gestirlo è la Fondazione “Città solidale”. “Non si può affrontare il fenomeno dell’immigrazione soltanto con gli slogan”, ha affermato l’assessore Ventura. “La casa d’Alì è un modo concreto per dare accoglienza ai tanti bambini che arrivano nel nostro Paese da soli, senza i famigliari, e che – ha aggiunto – senza un nostro aiuto, avrebbero serie difficoltà a integrarsi”. Ventura ha sottolineato come Catanzaro sia stata la prima città, in Italia, ad aver avuto finanziato il progetto, definito “encomiabile” dal dirigente Siciliano. “È nostro dovere – ha spiegato quest’ultimo – aiutare questi ragazzi, affidarli a una struttura in cui possano conoscere la lingua e ricevere ogni sostegno: in particolare vitto, alloggio, assistenza sanitaria”.
È toccato a padre Piero Puglisi spiegare, nel dettaglio, cosa prevede il progetto il quale, finora, è stato rivolto a 39 ragazzi, 23 accompagnati dalle forze dell’ordine e 16 arrivati spontaneamente nella struttura dopo essere stati avvicinati dagli educatori di strada. “La durata massima di accoglienza – ha chiarito – è di 100 giorni. Attualmente ne ospitiamo otto. La provenienza è varia: la maggior parte arriva dall’Afghanistan, ma abbiamo anche diversi senegalesi, egiziani e marocchini. Tra i servizi che gli offriamo, c’è il supporto per la regolarizzazione della loro posizione in Italia, corsi di lingua, sostegno nell’inserimento nel mondo del lavoro, la richiesta dei tesserini sanitari. Inoltre – ha aggiunto Puglisi – stiamo cercando di procedere a degli affidi etero familiari, anche soltanto per qualche giorno a settimana, in modo da far vivere al ragazzo un’esperienza umana che lo aiuti nel difficile percorso di inserimento”. A tal proposito padre Puglisi ha lanciato un appello affinché le famiglie catanzaresi diano la disponibilità ad accogliere nelle loro dimore i ragazzi ospiti nella “Casa d’Alì”. “Inoltre – ha concluso – invito tutti a superare i pregiudizi e le paure che si hanno nei confronti degli immigrati, provando a essere più accoglienti e ricordando che proprio il nostro è stato, e lo è ancora, un popolo di emigranti”.