Anassilaos, appello al sindaco: salviamo “Le Sirene dello Stretto”
Salviamo “Le Sirene dello Stretto” di Ermonde Leone è l’appello urgente che l’Associazione Culturale Anassilaos, attraverso il suo presidente Stefano Iorfida, rivolge al Sindaco Giuseppe Falcomatà.
Il riferimento è al blocco scultoreo, attualmente sul Lungomare Italo Falcomatà, realizzato un paio di anni fa (nel 2006) dall’artista Ermonde Leone, di origini napoletane ma ormai reggino d’adozione, figlio d’arte, che ha utilizzato il tronco di un grosso ficus magnoloide schiantato da un fulmine.
Figlio di Nicola Leone, raffinato ebanista e celebre pittore naif, e fratello di Giuseppe Antonello e Sinibaldi Leone, entrambi artisti, Ermonde, allievo di Vincenzo Gemito e di Alessandro Monteleone, è uno sculture e un ceramista che vive nella Città dello Stretto, dove a lungo ha insegnato presso Licei ed Istituti d’Arte.
“Al di là degli atti di vandalismo – o meglio di inciviltà – ai quali sono spesso sottoposte le pregevoli opere presenti sul più bel chilometro d’Italia – per citare una espressione attribuita a D’Annunzio e che il vate forse non pronunciò mai -, afferma il Presidente di Anassilaos - resta il fatto, incontrovertibile, che il legno da cui l’artista ha tratto la sua scultura è particolarmente fragile e sottoposto, più di ogni altro materiale (bronzo o marmo), agli agenti atmosferici”.
“L’opera – aggiunge Iorfida - presenta infatti vistose fratture e crepe con perdita di scaglie di legno. Un deterioramento visibile e col tempo non più recuperabile se non si interviene subito. Più che un problema di restyling pur necessario, si pone la questione di una diversa ubicazione del gruppo scultoreo che non può che essere o uno spazio coperto o al chiuso, in un edificio pubblico. Nell’atrio di Palazzo San Giorgio o del Teatro Francesco Cilea, presso la Biblioteca “De Nava” o la Pinacoteca Civica, sotto la pensilina della Stazione Lido, al Cedir, oppure presso l'androne del Liceo Artistico Preti Frangipane, dove l’artista è stato a lungo docente”.
L’associazione, dunque, fa appello al Sindaco e alle forze culturali della Città affinché si attivino per salvare da sicura distruzione un’opera pregevole, frutto dell’operosità di un grande artista della città.