Calalunga di Montauro: Arpacal pubblica le analisi, nessuna fonte radioattiva

Catanzaro Attualità

“L'analisi comparata dei valori di concentrazione di attività e di composizione mineralogica delle sabbie, conferma la correlazione fra i radionuclidi di origine naturale ed i minerali che compongono i granuli del sedimento presente in tutta la letteratura menzionata”.

Si conclude così la relazione tecnica sull’esito delle analisi sui livelli di radioattività nei campioni prelevati sulla spiaggia di località Calalunga di Montauro, in provincia di Catanzaro, che il Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Arpacal (l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria), attraverso il suo Laboratorio Fisico, diretto da Raffaella Trozzo, ha completato ufficialmente lunedì mattina, comunicandone l'esito al Commissario dell’Agenzia, Maria Francesca Gatto.

Come anticipato, quindi, dopo la liberatoria rilasciata dall'Autorità Giudiziaria competente, oggi l'Arpacal ha diffuso i dati sul proprio sito web.

Le analisi di laboratorio – realizzate dalla dottoressa Trozzo e dall’ingegnere Giacomina Durante – hanno confermato quanto era stato già riportato nella relazione stilata in occasione delle misure radiometriche campali eseguite, il 25 novembre scorso, da Salvatore Procopio, fisico del Laboratorio “E. Maiorana” dell’Arpacal di Catanzaro.

La relazione finale conferma la presenza di “radionuclidi di origine naturale con valori di concentrazione di radioattività confrontabili con i valori normalmente contenuti nelle matrici dello stesso genere e dalla composizione mineralogica similare, per come rilevabile in letteratura e dai dati storici in possesso di questo Laboratorio Fisico”.

In particolare, si ricorda ancora nel referto, che le concentrazioni di radionuclidi “appartenenti alla catena di decadimento del 232Th (il Torio 232, ndr) presentano valori tipici di zone dove esistono consistenti concentrazioni di monazite”.

“Tutti i campioni – è scritto inoltre - hanno mostrato esito negativo relativamente alla presenza di radioisotopi di origine artificiale, in quanto i valori delle concentrazioni sono al di sotto del limite strumentale (M.C.R.= Minima Concentrazione Rilevabile), eccezion fatta per i campioni n°1 e n°2 sui quali sono state rilevate concentrazioni del radionuclide artificiale 137Cs (il Cesio 137, ndr) in valori di non rilevanza radiologica”.

I valori di concentrazione di 137Cs rilevati - spiegano dall’Arpacal - sono associabili ai normali valori di “fall out”, dovuto ormai alla sua presenza nell'ambiente dopo gli esperimenti e gli incidenti nucleari che a partire dagli anni '60 hanno interessato l'intero pianeta; ad esempio quello di Chernobyl del 1986 e, più recentemente, quello di Fukushima del 2011.