Inquinamento acqua, interrogazione degli eurodeputati Pedicini e Ferrara
Continua il monitoraggio della Commissione europea sulla gestione delle acque reflue e sullo stato delle acque di balneazione calabresi. Lo ha comunicato la Commissione europea rispondendo ad un'interrogazione presentata dagli eurodeputati del M5S, Piernicola Pedicini e Laura Ferrara.
I comuni esaminati dalla Ue, a causa della “scarsa” qualità delle relative acque di balneazione, sono quelli di Reggio Calabria, Praia a Mare, Belvedere Marittimo, Paola, Briatico, Ricadi, Joppolo, Nicotera, San Ferdinando e Crotone. La Commissione europea ha quindi confermato la connessione tra cattiva gestione del sistema depurativo e mare inquinato, tanto che sette dei dieci comuni esaminati sono già coinvolti nelle due procedure d'infrazione europea (n.2059/2014 e la n.2034/2004) per la violazione degli articolo 3 e 4 della direttiva 91/271/Cee concernente il trattamento delle acque reflue urbane.
Tuttavia, in nove dei dieci comuni attenzionati, la Commissione ha fatto sapere che "dalle informazioni ricevute dalle autorità italiane nel 2015, la maggior parte delle acque di balneazione sono conformi ai requisiti previsti dalla direttiva europea vigente. Mentre - ha aggiunto - un livello di non conformità elevato è stato riscontrato nella provincia di Reggio Calabria".
Rispetto alle cause principali di tale situazione di forte criticità che interessa Reggio Calabria, l'organismo esecutivo di Bruxelles ha spiegato che "secondo le informazioni ufficiali disponibili, esse dipenderebbero dalla mancanza di un adeguato trattamento delle acque reflue urbane".
Per risolvere i presunti errori di gestione delle acque reflue, la Commissione ha evidenziato che "le azioni di controllo e di procedura di infrazione avviate nei sette comuni esaminati contribuiranno a migliorare la qualità delle acque di balneazione che potrebbero essere interessate".
Per quanto riguarda l’eventuale impatto degli scarichi di acque reflue sui Sic (Siti di importanza comunitaria), l'organismo Ue ha comunicato che "le autorità degli Stati membri devono adottare tutte le misure necessarie per evitare il degrado degli habitat naturali e la tutela delle specie per cui i siti sono stati designati, compreso l’opportuno trattamento delle acque reflue”.