Anassilaos celebra il centenario della Rivoluzione Russa
Al centenario della Rivoluzione Russa che sconvolse lo scenario politico europeo e segnò l’avvio del tentativo di realizzare le teorizzazioni di Marx ed Engels nella realtà di un grande paese, sia pure arretrato, come era la Russia, l’Associazione culturale Anassilaos dedica un primo incontro dal titolo emblematico “23-27 febbraio 1917: l'impossibile sogno di una rivoluzione liberale”, che si terrà sabato 4 febbraio alle 17,30 presso la Sala di San Giorgio al Corso con l’intervento del Prof. Antonino Romeo.
La rivoluzione di febbraio (secondo il calendario ortodosso) fu l’espressione della protesta corale del popolo che univa la borghesia, i quadri militari, parte dell’aristocrazia e i ceti popolari contro l’autocrazia dello Zar Nicola II che aveva trascinato la Russia in una guerra mondiale aspra mentre la Rivoluzione di Ottobre fu la presa di potere della minoranza bolscevica (“la minoranza qualificata” secondo Lenin) che avviò l’esperienza del comunismo che fece della Russia per moltissimi anni – e ad onta della brutalità del regime soprattutto sotto Stalin – un punto di riferimento politico e ideale di tanti milioni di individui nel mondo.
La rivoluzione di febbraio è frutto soprattutto della partecipazione della Russia alla Prima Guerra mondiale, a fianco dell’Intesa, per la quale venne mobilitato un esercito di 12 milioni di uomini. Tale sforzo immane che rendeva necessaria una organizzazione rigorosa nei rifornimenti, nell’addestramento, nell’armamento mise ben presto in evidenza l’arretratezza economica del Paese.
Le perdite in termini di vite umane e mezzi furono gravissime e la popolazione cominciò a soffrire la penuria di viveri e di beni di necessità. Ciò provocò l’insorgere del fenomeno delle diserzioni di massa tra i soldati al fronte e l’esplodere di scioperi e rivolte locali fino alle grandi manifestazioni svoltesi a Pietrogrado (San Pietroburgo) tra il 23 e il 27 febbraio 1917. Il popolo protesta per la penuria di pane e reclama la fine della guerra. Vi sono scontri con la polizia, morti e feriti che provocano l’abdicazione dello Zar Nicola II e il formarsi di un Governo provvisorio di carattere moderato e liberale che deve scontarsi con il Soviet di Pietrogrado su due temi che stanno molto a cuore al popolo: la fine delle ostilità e la riforma agraria.
La rivoluzione è stato un moto spontaneo di popolo ma nella gestione di essa si consumano tutte le contraddizioni delle forze politiche che avevano ereditato il potere degli zar, la loro incapacità di dare uno sbocco democratico alla protesta. E intanto, aiutato dalla Germania che voleva il ritiro della Russia dalla Guerra, Lenin torna in patria. Il suo progetto politico è chiaro e lineare e con la Rivoluzione di Ottobre – che sarà oggetto di un prossimo incontro - lo imporrà all’intero paese.
Lo spettro del comunismo, che si aggirava per l’Europa secondo il Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels (1848), trova nella Russia post-zarista di Lenin e Stalin e dei loro successori fino al 1989 il suo terreno ideale con risultati non scontati e discutibili.