Rubano un’auto, poliziotti li inseguono e arrestano con l’aiuto dei carabinieri
Tre persone sono state arrestate a Catanzaro, per furto d'auto, in una operazione congiunta di Polizia e Carabinieri. Intorno alle 13 la Centrale Operativa del Comando Provinciale dell’Arma ha ricevuto una richiesta di aiuto da parte di due colleghi delle volanti della polizia liberi dal servizio e che pochi minuti prima, alle 12.50 avevano assistito personalmente al furto, da parte di tre giovani di etnia rom, di una Fiat Panda, in Via Pio X, a poche decine di metri dall’ospedale Pugliese-Ciaccio.
I poliziotti hanno seguito i tre malviventi con la loro auto e quando questi si sono fermati in un parcheggio, all’altezza di Via Benedetto Croce, dopo aver chiamato rinforzi, hanno deciso di fermarli e si sono qualificati. In quel frangente uno dei ladri ha aperto di scatto la portiera della Panda sulla quale viaggiava fuggendo a piedi tra le vie circostanti.
È stato in quel momento che il sopraggiungere a sirene spiegate di un’autoradio dall’Arma ha tolto al fuggitivo ogni speranza di farla franca nascondendosi tra le automobili parcheggiate in Via Catalani: individuato dai militari, è stato bloccato, ammanettato e caricato in macchina.
Si è poi appurato che i tre avevano con se un grosso paio di forbici e una centralina ausiliaria decodificata, utilizzata per agevolare la messa in moto della Panda rubata; un altro cacciavite è stato recuperato dopo che il fuggitivo aveva cercato di liberarsene per strada.
Tutti gli arnesi utilizzati per il furto sono stati posti sotto sequestro mentre l’autovettura è stata restituita al legittimo proprietario. Espletate le formalità, i malviventi, di età compresa tra i 23 e i 25 anni e tutti residenti in Via Lucrezia della Valle, sono stati arrestati per furto aggravato in concorso; i militari dell’Arma hanno proceduto anche per resistenza a Pubblico Ufficiale nei confronti del giovane nel tentativo di scappare aveva colpito con la portiera dell’auto uno degli agenti. I tre sono stati tutti posti ai domiciliari in attesa dell’udienza direttissima.
Il fatto che i nomadi fossero sul punto di nascondere l’auto rubata in un parcheggio poco lontano dal luogo dove l’avevano rubata fa immaginare agli investigatori che il mezzo sarebbe poi stato utilizzato per il cosiddetto sistema del “cavallo di ritorno”, ovvero l’estorsione attraverso la quale i malviventi chiedono alla vittima una somma in denaro per poter rientrare in possesso del bene.
Quanto avvenuto nel pomeriggio, poi, fanno notare dall’Arma, dimostra “la piena sinergia tra Carabinieri e Polizia di Stato nel contrasto ai reati predatori per i quali fondamentale importanza rivestono i servizi di pattuglia e controllo del territorio che verranno ancor più intensificati nella zona centro del capoluogo, in particolare nell’area dell’ospedale Pugliese-Ciaccio, statisticamente più interessata al fenomeno”.