A fare la spesa e a giocare alle slot invece di lavorare: “beccati” assenteisti dell’Asp
Andavano tranquillamente a fare la spesa al supermercato o, in alcuni casi, erano serenamente a giocare alle slot machine. Nulla di strano se le persone interessate non fossero state dei dipendenti pubblici nelle loro faccende affaccendati durante, però, l’ordinario orario di lavoro.
725 diversi episodi di assenteismo. Tutti documentati. 18 le persone sottoposte a misura cautelare, quattro quelle sospese e altre 14 raggiunte dall’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. È questo l’esito dell’operazione “All Walking” scattata stamani e che, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Rogliano, nel cosentino, ha messo fine al mal costume dell’assenteismo sul posto di lavoro da parte di alcuni dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
Le indagini sono partite dopo numerose segnalazioni giunte ai militari e che lamentavano un comportamento disinvolto di alcuni dipendenti dell’Asp che, anziché trovarsi sul posto di lavoro, venivano visti sistematicamente per le vie della cittadina occupati nelle faccende più disparate: come dicevamo, dal fare la spesa al market fino ad arrivare a spendere il tempo, pagato dai contribuenti, giocando alle slot machine.
6 mila ore di filmati e oltre 200 servizi di osservazione avrebbero immortalato oltre 700 episodi di assenteismo. I Carabinieri hanno monitorato ogni movimento dei lavoratori: ogni giorno, sostengono, c’era qualcuno che si occupava di strisciare i cartellini per tutti facendo così scattare la libera uscita in paese e anche in provincia.
C’era chi non si faceva scrupoli ad accompagnare i figli a scuola per poi tornare tranquillamente a casa e c’era anche chi svolgeva attività in un suo studio privato durante l’orario di servizio.
Almeno fino a stamani, quando è scattato il blitz con i carabinieri che hanno eseguito le misure emesse dal Gip del tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, su richiesta della Procura del capoluogo, nella persona del sostituto titolare del fascicolo d’indagine, Giuseppe Gava, del procuratore capo Mario Spagnuolo e dell’aggiunto Marisa Manzini.