Al bar, nell’orto, alle Poste e pure a fare l’antennista: i “diversi” uffici dei furbetti di Calabria Verde
Per gli investigatori sarebbe stato un vero e proprio “sistema”, anche consolidato nel tempo, e che avrebbe consentito ad alcuni dipendenti di Calabria Verde, in servizio nel Distretto 4 di Santo Stefano di Rogliano, di scansare i vari controlli, compreso il marcatempo posizionato all’ingresso della struttura e così lasciare il posto di lavoro per dedicarsi ad altre faccende.
È quanto emerge dall’inchiesta “Hall Pass” (QUI) che stamani ha avuto il suo epilogo con la notifica di ben 14 avvisi di garanzia recapitati ad altrettanti presunti “furbetti del cartellino”, che dovranno ora rispondere - a vario titolo e in alcuni casi anche in concorso - di “truffa aggravata e continuata” ai danni dello stesso ente pubblico regionale.
L’indagine, condotta dai carabinieri della Stazione di Rogliano e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, è scaturita da una serie di accertamenti effettuati d’iniziativa nel 2018 nei fondi dove gli operai svolgevano le loro opere cantieristiche, ed ubicati in diverse aree della provincia bruzia.
Secondo gli investigatori gli indagati avrebbero utilizzato uno stratagemma semplice per assentarsi. In pratica tutti i dipendenti del Distretto utilizzavano regolarmente il loro badge di servizio, ma facendo in modo che, in ragione della tipologia di “uscita” selezionata, l’orologio marcatempo non sottraesse il tempo trascorso all’esterno della sede dall’orario di lavoro prestato, approfittando della mancanza di controllo “generalizzata” da parte di dirigenti e capi squadra.
Ecco allora che dai tabulati acquisiti al termine del monitoraggio, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire centinaia di ore di lavoro sottratte illecitamente alle mansioni d’ufficio, impiegate in pause e libere uscite mai giustificate, oppure devolute ad incarichi di lavoro esterno mai autorizzati nell’ambito dei vari cantieri forestali della provincia.
Ma tutto ciò veniva comunque contabilizzato come “normale” orario di servizio e quindi puntualmente retribuito in busta paga.
LE TELECAMERE NEI LUOGHI STRATEGICI
I Carabinieri, per riscontrare le varie attività ritenute illecite hanno così piazzato delle videocamere ad altissima definizione, collocandole strategicamente nei pressi sia del marcatempo presente nel Distretto, che nelle vicinanze di tutti gli ingressi della struttura. Inoltre hanno fatto affidamento sui tradizionali servizi di osservazione.
Così facendo hanno potuto accertare non solo come gli indagati si assentassero dal posto di lavoro, ma anche definire le diverse mansioni svolte, evidentemente non ricollegate ai loro “obblighi” di servizio.
In pratica e negli orari lavorativi c’era chi andava a fare la spesa in vari supermercati della zona, chi alle Poste per pagare le bollette di casa; chi in campagna a coltivare l’orto; altri dal medico, altri ancora dal meccanico o a gustare lunghe pause caffè nei bar vicini alla sede di lavoro.
Tra le altre situazioni “particolari” rilevate dai militari, quella di uno degli indagati che nel corso delle “missioni esterne” per l’azienda ne approfittava per fare l’antennista e pure per un folto numero di clienti.
LE RESPONSABILITÀ DEI DIRIGENTI
Tutte le attività elencate sono state puntualmente e meticolosamente documentate con filmati e fotografie, riscontri oggettivi che hanno consentito alla Procura, non appena acquisiti i tabulati delle presenze dei dipendenti dell’Ente al termine dell’attività, di concludere le indagini con l’emissione dei relativi avvisi di garanzia, notificati nella mattinata di oggi.
L’indagine è durata circa due anni e si è concretizzata nel completo monitoraggio delle attività svolte dal personale del Distretto tra i mesi di aprile e novembre 2018.
Alla fine si ritiene di aver rilevato evidenti responsabilità penali nei confronti dei 14 indagati, responsabilità che vanno individuate “trasversalmente” sia tra i dirigenti della struttura che tra gli addetti ai cantieri boschivi sparsi nella provincia.
In particolare, si sono accertate circa 3.800 ore di servizio ritenute come non realmente prestate, ma comunque regolarmente retribuite, ed effettuate nell’ambito di 950 episodi individuati nel complesso.
Tutto ciò per un controvalore economico che arriva a sfiorare i 70 mila euro di danno per l’azienda Calabria Verde. Ed è proprio dal comportamento - considerato “irregolare” – dei dirigenti e dipendenti che è stato tratto il nome dell’odierna operazione, “Hall Pass”, ovvero “tempo libero”.
L’avviso di garanzia è stato notificato nei comuni di Rogliano, Domanico, Figline Vegliaturo, Grimaldi, Marzi, Parenti, Paterno Calabro, Rende e Santo Stefano di Rogliano, dai Carabinieri di Rogliano e di Cosenza e Rende