GD, il gruppo reggino sostiene il Sì nel referendum contro il “Job Act”
Impegnare i Giovani Democratici Calabria a promuovere una discussione ed un confronto per il Sì al referendum Cgil contro il “Jobs Act”, in particolare sulla materia dei voucher e degli appalti.
A lanciare questa proposta, in occasione dell’Assemblea regionale dei giovani del Partito Democratico guidata da Mario Valente, è stato il gruppo di dirigenti reggini vicini alle posizioni di Alex Tripodi. A presentarla nel corso della riunione tenutasi a Lamezia è stato il coordinatore GD della Piana e vicepresidente della Consulta studenti, Giuseppe De Caria, in rappresentanza di un gruppo che, come spiegato dagli stessi dirigenti reggini, "dopo aver subito ingiustamente il commissariamento via mail della Federazione provinciale reggina, prosegue la propria attività politica controcorrente alla scelta del segretario nazionale GD, cioè una prevaricazione ed un sopruso alle regole statutarie e politiche”.
A sottoscrivere il documento "Il lavoro prima di Tutto", che vorrebbe una revisione totale su voucher ed appalti, sono stati i dirigenti regionali iscritti alla federazione reggina: oltre allo stesso De Caria, Emanuele Gioffrè, Michela Chindamo, Rossana Romeo, Francesco Nicoló, Giuseppe Romeo, Giovanni Piccolo, Giuseppe Martino, Antonio Marino, Lorenzo Marino, ai quali si sono aggiunti altri firmatari; il documento presentato dai dirigenti è stato approvato dalla direzione anche su spinta del segretario Valente.
Polemici Tripodi ed i suoi contro un Job Act definito “una riforma fallimentare, testimoniata dal tasso di disoccupazione giovanile superiore al 40% in Italia e da quello ancor più grave nel Mezzogiorno". E contro un PD in difficoltà a livello nazionale e locale, ribadiscono, “abbiamo aderito al nostro partito perché crediamo nei valori della Sinistra. Valori che sono venuti sempre meno con le riforme del Jobs Act e della Buona Scuola tracciate dal Governo Renzi. Il referendum del 4 dicembre ha testimoniato come questo governo e il PD sono sempre più lontani dal suo popolo e dai giovani".
Tanti i temi politici trattati oltre a quello del referendum sul “Job Act”. E tante le idee venute fuori a Lamezia. Ma, inevitabile, come queste si intreccino con dinamiche interne ai GD, che si rivelano ostacolo quotidiano alla politica giovanile democratica sui territori.
“Da settembre – spiegano - abbiamo presentato un ordine del giorno sul tesseramento in cui chiedevamo trasparenza, regole e correttezza per favorire la libera partecipazione, dopo lo sconcertante commissariamento calato dall'alto via mail. Noi ci siamo messi a disposizione per una commissione di garanzia, sperando che non sia un organismo svuotato di funzioni ma bensì un luogo in cui si possano trovare delle regole comuni per garantire trasparenza e legalità durante il tesseramento”.
“Ci auguriamo che la triste vicenda dei GD di Reggio non finisca più nei giornali nazionali come già avvenuto a causa delle responsabilità del segretario nazionale che non ha rispettato la volontà degli iscritti e le regole statutarie. E che questo scempio si concluda al più presto con un tesseramento che, a differenza del passato, sia vero e trasparente, affinché tramite un congresso si possa ritornare alla normalità" è il pensiero del dirigente regionale GD Giuseppe Martino.
"E’ indubbio come certe dinamiche tolgano energie alla nostra azione, ma, come dimostra l’ultimo esempio del nostro impegno contro il “Job Act”, la nostra voglia di far politica sia più forte di tutto. Noi, andiamo avanti, lavorando per una Calabria, un Mezzogiorno, un Paese ed un’Europa migliori. E speriamo che facciano altrettanto anche altre anime dei GD della nostra regione" così concludono i dirigenti reggini dei Giovani Democratici”.