Ulixes: necessaria chiarezza su università e ‘ndrangheta
«Ci offende ma non ci sorprende l'ennesima bufera che investe il sistema universitario calabrese troppo spesso vittima di biechi interessi e collusioni che con la cultura e la formazione non hanno e non devono avere assolutamente relazioni». È quanto afferma, in una nota, il presidente dell’associazione universitaria calabrese Ulixes, Vincenzo Capellupo, in relazione all’inchiesta su presunti condizionamenti della 'ndrangheta nell’ateneo reggino. «Quanto emerso dall’indagine della procura di Reggio - sostiene Capellupo – è la prova di quanto la zona grigia sia piena di insospettabili e di come ogni settore della società, in Calabria come nel resto del paese, non sia affatto immune alle influenze della criminalità. La 'ndrangheta evidentemente manda i suoi figli a studiare, meglio ancora a frodare e rubare, nelle università italiane e utilizza questi presidi come nuovi centri di gestione del suo potere». «Alle università calabresi – prosegue Capellupo – si chiede di essere un presidio culturale, un baluardo per l’affermazione della democrazia e dei diritti fondamentali. Un sole che dipana nel territorio prima di tutto senso critico, consapevolezza, impegno, coscienza di sè e degli altri. Si chiede alle università calabresi, di rivendicare il proprio ruolo ed il lavoro che quotidianamente da anni fanno in questa regione. Il mercimonio delle competenze e della meritocrazia con esami truffa e con l’assegnazione scellerata di borse di studio, specie in questo momento di grossi tagli e crisi economica, sono un danno grave ed irreparabile per i giovani di questa regione troppo spesso costretti a fuggire o a subire le vessazioni di questo assurdo sistema. Agli Atenei calabresi coinvolti nelle vicende domandiamo da subito chiarezza nell’accertare le responsabilità e le complicità».