PcI Reggio: “Procura apre un fascicolo sulla vendita di parco Caserta”
La battaglia condotta in solitaria dal Partito Comunista Italiano di Reggio Calabria in merito alla vendita ad un privato di una parte del Parco Caserta, vicenda che ha portati il Pci a presentare anche due esposti formali alla Procura della Repubblica, comincia a dare i primi frutti e i primi risultati.
Il partito fa sapere infatti di aver appreso che la Procura sta formalmente indagando tre soggetti coinvolti, a vario titolo, nel fatto e sequestrato una parte del Parco oggetto della vendita. “Come è facile ricordare – affermano dal Pci - la difesa del Bene Comune, in questo caso rappresentato dal Parco Caserta, ci ha visti protagonisti assoluti, confortati da una straordinaria mobilitazione popolare dei cittadini di Reggio, i quali, come si ricorderà, ci hanno fortemente sostenuto in quella grande battaglia di civiltà. Pertanto, è davvero bizzarro leggere dichiarazioni di primogenitura da parte di soggetti, come la deputata del M5S Dieni, che nella lotta per la difesa del Parco Caserta non hanno avuto alcun ruolo e che i cittadini non hanno mai visto”.
“Per quanto ci riguarda – aggiungono i Comunisti - nell’esprimere soddisfazione per i primi esiti giudiziari della questione, desideriamo ribadire che quel grave episodio, che ha rappresentato l’inizio dell’inarrestabile crollo del consenso e del gradimento dei reggini nei confronti del fallimentare sindaco Falcomatà, non è stato affatto dimenticato e necessita ogni ulteriore approfondimento riguardo le connesse responsabilità politico-amministrative. In tal senso, non si deve dimenticare che la vendita della porzione di Parco Caserta avvenne e fu perfezionata in fretta e furia dopo pochissimi giorni dall’esplosione della scabrosa vicenda provocata dalla nostra dettagliata pubblica denuncia, poi presentata in Procura”.
“In quella circostanza l’inadeguata amministrazione Falcomatà, come facilmente verificabile, al di là delle inutili chiacchiere odierne che continuano a dileggiare profondamente l’intelligenza dei reggini – continuano dal Partito - non mosse un dito, come era nella sua facoltà, per fermare la vendita di Parco Caserta che, infatti, fu tranquillamente perfezionata. Anzi, per essere precisi, la giunta Falcomatà, per bocca dell’assessore Zimbalatti detto Zimba, ci offese ed ci insultò pesantemente poiché affermò pubblicamente che non dovevamo permetterci di “osare” a denunciare politicamente la questione della vendita di Parco Caserta e che averlo fatto rappresentava un modo di fare “pruriginoso”.
“Si tratta – proseguono dalla federazione reggina - di parole testuali che si possono facilmente rinvenire, sia nei giornali cartacei che nelle testate online, e che evidenziano la netta scelta amministrativa di Falcomatà volta a vendere Parco Caserta. Quindi, prima di rilasciare le avventate dichiarazioni odierne, il sindaco Falcomatà, pensando di prendere in giro la città, avrebbe dovuto coerentemente ripetere quanto dichiarò il suo assessore, il quale evidentemente non parlava a titolo personale, e, quindi, ribadire che si trattava di una denuncia pruriginosa…. Ma, si sa, parlare di coerenza e accostarla alla giunta Falcomatà è tempo perso!”
“Del resto – aggiungono - la vendita di un pezzo di Parco Caserta si è potuta realizzare a seguito dell’approvazione di una specifica delibera della giunta Falcomatà e di una successiva delibera del Consiglio Comunale. Quindi, riguardo alla vendita di Parco Caserta il sindaco Falcomatà non può fare finta di non sapere nulla, coì come parlare solo oggi di annullamento degli atti rappresenta un’ulteriore offesa alla città. Per questi motivi, nel ringraziare la Procura della Repubblica per questo primo risultato concreto crediamo opportuno ribadire alcune dirimenti questioni che sono alla base dell’affaire-Parco Caserta”.
“Infatti, al netto della vergognosa e chiara scelta politica assunta dalla giunta Falcomatà in merito all’assurda decisione di vendere un pezzo di Parco Caserta, scelta che grida eterna vendetta e rappresenta un indelebile schiaffo a tutti i reggini” il Pci vuole segnalare “come la vendita è stata realizzata senza che, come previsto dalle specifiche norme in materia, l’amministrazione comunale, non la burocrazia comunale, abbia proceduto all’approvazione e pubblicazione di uno specifico e trasparente bando di evidenza pubblica. Al contrario, si è proceduto in maniera silente pensando che la questione potesse rimanere segreta tra i meandri del comune. Così non è stato e, a nostro avviso, si devono esplorare le tante responsabilità soggettive che – concludono dalla federazione - coinvolgono pesantemente la scadente amministrazione comunale reggina. Siamo certi che si tratta solo questione di tempo".