Operazione "Paco", gli arrestati

Cosenza Cronaca
Alcuni arrestati

Operazione "Paco", gli arrestati

Davanti L'attività investigativa, che è durata oltre un anno, ha avuto inizio il 18 dicembre del 2008, in Acri, allorquando i carabinieri della Stazione di Acri hanno arrestato Antonio e Pasquale Gaccione, rispettivamente padre e figlio, in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di 312 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Immediatamente dopo l'arresto, Antonio Gaccione si è assunto la totale responsabilità in relazione alla detenzione della droga ritrovata determinando, così, la successiva liberazione del figlio.
Si è dato inizio, pertanto, ad un'attività di indagine con l'ausilio di intercettazioni, telefoniche ed "ambientali", nei confronti di Pasquale Gaccione che ha permesso di appurare, fin da subito, come questi si recava spesso a Cosenza per l'acquisto di sostanza stupefacente del tipo marijuana e hashish che poi rivendeva nel territorio di Acri con la collaborazione di Angelo Capalbo, il quale, oltre che assuntore e quindi acquirente di stupefacente, lo coadiuvava nello smercio e, talvolta, nella detenzione delle droga.
In un primo tempo Gaccione si era avvalso della collaborazione anche di Gaetano Spezzano, di Francesca Molinari e Antonio Feraco entrambi con precedenti in materia di sostanze stupefacenti. Tra questi c'era anche Camillo Antonio De Maddis che aveva un debito con Gaccione di circa 2000 euro per saldare il debito.
L'attività illecita del gruppo è stata, interrotta dall'arresto di Pasquale Gaccione e Camillo Antonio De Maddis per l'omicidio di Fabrizio Greco, il ragazzo arso vivo la notte del 28 marzo 2009. Antonio Feraco in collaborazione con Francesca Molinari si recavano spesso da Agostino Ritacco, 29enne di Cosenza, per l'acquisto di droga, in parte da consumare ed in parte da rivendere ad Acri.
L'operazione "Paco" ha permesso di interrompere un traffico di sostanze stupefacenti, hashish e marijuana, che dal capoluogo raggiungevano il paese montano.
Tre arrestati sono stati tradotti presso le case circondariali di Cosenza e Castrovillari, due soggetti sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari e due provvedimenti cautelari sono stati notificati in carcere. Nei prossimi giorni ci saranno gli interrogatori di garanzie.