Magia e mistero dei Giganti di pietra, Campana ancora sui magazine nazionali
L’attenzione costante ed importante che la stampa specializzata, regionale e nazionale, continua da anni a destinare spontaneamente all’Elefante di Pietra di località Incavallicata o alla secolare Fiera della Ronza di Campana, rappresenta soprattutto per la Calabria un’esortazione più che uno stimolo che non possono essere più sottovalutati.
“Bisogna invertire rotta nelle politiche per i turismi. Vanno investite risorse reali e condivise strategie coerenti ed efficaci per il rilancio dell’appeal territoriale e delle stesse condizioni per uno sviluppo durevole, 365 giorni l’anno, perché fondato sui marcatori identitari della nostra terra”.
È quanto dichiara il sindaco di Campana, Agostino Chiarello, esprimendo soddisfazione per la nuova e bella zumata che un’altra rivista di settore, finalizzata anche alla promozione dei paesaggi d’eccellenza, destina al fascino innegabile dell’Elefante di Pietra.
Quelle dell’Incavallicata sono rocce modellate dal vento e dalle piogge, oppure opera di uomini vissuti migliaia di anni fa? E se nella pancia dell’Elefante detto di Annibale fosse custodito un tesoro?
Riti che si tramandano da generazioni: quasi tutte le coppie di sposi hanno una o più foto scattate ai piedi dell’Elefante e del Gigante; pare porti bene. Turismo del mistero, magia e suggestioni continuano ad attirare l’attenzione su uno dei due principali marcatori identitario di Campana insieme alla Fiera della ronza che nel prossimo mese di giugno arriverà alla sua 553 edizione.
Ad occuparsi delle diverse tesi intorno all’enigmatico monumento di pietra (che potrebbe essere addirittura la statua più antica del mondo) è stato da ultimo la rivista Il gattopardo nel numero di marzo, in edicola. “Il mistero dei giganti di pietra” è il titolo dello speciale di sei pagine redatto da Lucia Esposito, con le foto di Tullio Puglia.
“Per anni, da sempre, gli abitanti di Campana, un paese del cosentino ai piedi della Sila – si legge nell’articolo – hanno creduto che questi sassi enormi – l’elefante e le gambe del guerriero – fossero “petre fatte accussì du vientu”, pietre fatte così dal vento. Hanno pensato che l’abbraccio dei due venti e il precipitare delle piogge dei secoli avessero scolpito questo gigantesco capolavoro. (..) – Domenico Canino architetto con la passione per le pietre è sicuro che quelle enormi pietre siano state scolpite dall’uomo e, probabilmente, risalgono ad un’epoca preistorica. Sono uniche in Europa, perché sculture antropomorfe e zoomorfe così antiche si trovano solo in Egitto o in Turchia. (..) – Più si informa, più si convince di aver trovato qualcosa di assolutamente unico. Un elefante alto 5 metri e 90 centimetri e una figura umana di sette metri e mezzo di cui resta solo la parte che va dalle ginocchia in giù – continua il pezzo – che qui chiamano “U cicluopo”, il Ciclope, proprio per le sue dimensioni gigantesche. (..)”.
A chi gli fa notare che le zanne dell’elefante sono rivolte verso il basso, risponde che si tratta di un esemplare di elephas antiquus che si è estinto cinquantamila anni fa: se così fosse a Campana ci sarebbe una delle statue più antiche del mondo. Ma un’altra teoria sostiene che l’elefante risalga all’epoca di Pirro che fu il primo a portare il pachiderma in Calabria. (..)
Canino è convinto che basterebbero pochi mesi di lavoro per dare ai sassi dell’Incavallicata quella certezza scientifica che li trasformerebbe, da petre fatte accussì du vientu in un reperto unico in Europa, in un’attrazione irresistibile per i turisti e in un tesoro per la Calabria.