Coop sociale al governatore: assurdo dover chiudere per troppi crediti

Reggio Calabria Attualità
Lorenzo Sibio

Riceviamo e pubblichiamo.

"Le scrivo nella mia qualità di presidente di Futura, una cooperativa sociale che da anni opera nel comparto socio sanitario con storica e consolidata esperienza nel settore della psichiatria, quella reggina, un territorio dove la nascita delle Strutture Residenziali trae origine da quello che resta, nel complesso, uno dei pochi atti di civiltà realizzatisi in Calabria se pur tra innumerevoli contraddizioni e compromessi.

Nel 1990 fu chiuso l’Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria e furono aperte le Strutture “Alternative” distribuite nel territorio, doverosamente non concentrate in un unico polo e gestite in maniera mista tra Azienda Sanitaria e Cooperative Sociali, oggi sono interessate da un importante e quanto mai necessario processo di riorganizzazione che, nonostante gli sforzi dello stesso Dipartimento Regionale Tutela della Salute, non riesce a decollare.

La cooperativa che rappresento è tra le prime a chiedere di provvedere ad una riorganizzazione attenta del comparto che, nel ripristinare criteri di legittimità, adotti provvedimenti atti a soddisfare al meglio i bisogni dell’utenza, agendo in linea con i principi fissati dalla legge “Basaglia”. Per tali ragioni abbiamo condiviso pienamente l’obiettivo individuato dagli attuali amministratori, che prevede il passaggio verso l’accreditamento delle strutture esistenti in capo alle cooperative sociali.

Ma andiamo alla nostra storia. Con l’avvio della nostra esperienza: Comunità Residenziale Psichiatrica “Futura” di Maropati, dicembre 1992, abbiamo deciso di scommettere su quello che oggi rappresenta il nostro lavoro, la nostra seconda casa, la nostra seconda famiglia. Sedici unità lavorative per un lavoro che richiede professionalità, impegno, amore. Siamo gente che ha scelto di vivere, crescere e lavorare in questa terra, attraverso il modello cooperativo. Contribuendo anche a cambiarla per quanto ne siamo capaci.

Di ognuno dei 450 casi trattati in questi lunghi 25 anni, conserviamo un ricordo bellissimo, a volte legato ai successi ottenuti a volte semplicemente alla riconoscenza ed alla gratitudine espressa dagli stessi Ospiti per ciò che abbiamo fatto e facciamo per loro.

Abbiamo e stiamo dando risposta di cura, riabilitazione, inserimento sociale e sostegno familiare a chi vive quotidianamente il dramma del disagio psichiatrico, in un ambito territoriale privo di servizi, dove le richieste ed i bisogni superano di molto l’offerta. Non siamo abituati a cedere. Ne ad umiliarci.

Se mi rivolgo direttamente a Lei, onorevole Presidente è perché ho riposto fiducia in questo governo regionale, proprio perché Lei ne è alla guida. Ritengo ancora oggi che Lei sia la persona giusta, prima di ogni cosa onesta, cocciuta, diffidente e determinata di cui c’è bisogno in questa splendida e “maledetta” terra.

Chiudere per crediti, decidere di liquidare la cooperativa, per i troppi crediti vantati ai danni della pubblica amministrazione ci sembra oggi l’unica alternativa, prima che si incappi in responsabilità penali, che oltre al danno economico per la mancata remunerazione di ben 18 mensilità ai sedici Soci lavoratori, sarebbe una beffa per tutti Noi.

Fallire a causa della Pubblica Amministrazione (L’attuale ministro Poletti, in un seminario di qualche anno fa, allora da presidente di LegaCoop Nazionale, definiva ciò un crimine vergognoso). E’ questo che sta accadendo alla cooperativa Futura.

Non è possibile che dopo anni di richieste, incontri, denunce, nessuno sia titolato e responsabile ad affrontare il problema. Lavoriamo dal 2012 senza ricevere parte della retta di degenza, perché il contratto prevede una ripartizione tra fondo sociale e sanitario. Bene la quota sanitaria viene garantita quella sociale no. Il contratto è unico. Fatto tra Asp e cooperativa sociale.

Possibile che non ci sia una, ripeto una persona che si faccia carico e decida in bene o in male. Incontriamo spesso burocrati abituati a soprassedere sui problemi, e questi decretano il nostro destino.

La Calabria non ha bisogno di questi atteggiamenti, soprattutto tra gli uomini e le donne che gestiscono il funzionamento dell’Istituzione. Noi Calabresi abbiamo bisogno di gente che opera, decida quando c’è da decidere, con rettitudine, con onestà e nel rispetto della legalità.

Sarei molto lieto poterLa incontrare ed esporre dal vivo il dramma che una paventata chiusura faccia vivere ai 20 Ospiti attualmente assistiti ed alle loro famiglie, ai sedici lavoratori e le loro famiglie, al territorio tutto.

Certo che questa mia trovi la sua attenzione e confidando nella sensibilità che la contraddistingue resto in attesa di un suo riscontro".

Lorenzo Sibio, presidente della cooperativa sociale Futura

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