Emergenza abitativa migranti, entro dicembre un centro a Corigliano
Erano a rischio le risorse per i progetti relativi all’emergenza abitativa migranti in cinque città calabresi: Corigliano, Crotone, Lamezia Terme, Rosarno e Vibo Valentia, che sono stati inseriti nella programmazione Pisu, dopo la richiesta formale della Commissione europea a seguito della rivolta di Rosarno del 2012. Le risorse, come confermato da Franco Corbelli, delegato della Presidenza della Regione, per la tutela e promozione dei Diritti Umani e fondatore del Movimento Diritti Civili, il coordinamento sta riuscendo a recuperare quasi l’intero importo, pari a 14 milioni di euro.
Durante l'incontro di oggi, svoltosi nella sede della cittadella regionale alla presenza del dirigente generale al dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio, Antonio De Marco; Giovanni Manoccio, delegato della Presidenza all'immigrazione; Marisa Chiurco, Assessore alle Politiche sociali di Corigliano e Tina De Rosis, dirigente ai Servizi sociali del Comune di Corigliano, è stato fatto il punto in particolare sul progetto di accoglienza abitativa di Corigliano, i cui lavori dovranno iniziare entro dicembre 2017. La soluzione che l’ente intende portare avanti è “inserita nel centro della nostra città – ha detto la Chiurco - ed è stata una scelta ben delineata per creare integrazione e accoglienza proprio nel cuore della nostra comunità e contribuire a rivitalizzare il centro storico. Si tratta di Palazzo De Rosis, un immobile antico e importante di Corigliano. Nel nostro Comune stiamo producendo inoltre uno sforzo importante per realizzare un'accoglienza di qualità attraverso anche percorsi di studio e di qualificazione nel lavoro. Ricordiamo che Corigliano ha un'economia che tende a utilizzare ogni anno migliaia di immigrati nel settore della produzione agricola ed è importante creare le giuste condizioni di accoglienza e convivenza con la comunità”.
Il Palazzo di Corigliano potrà ospitare soltanto gli immigrati già regolarizzati, così da “mandare un messaggio non solo di accoglienza ma anche di pace in un periodo di grandi fibrillazioni e paure – come detto da Corbelli - questi progetti abitativi dimostrano che quando è possibile, ed entro certi numeri, la buona accoglienza e la convivenza sono possibili”.