#IoDiserto: nasce la Rete contro i decreti Minniti-Orlando
Sabato 8 aprile, a Roma, più di 200 persone hanno partecipato alla prima assemblea autoconvocata degli operatori sociali contro i decreti legge Minniti-Orlando, provenienti da sedici diverse regioni italiane, a testimonianza della necessità di confrontarsi e ragionare insieme.
Una Rete che ha deciso di darsi continuità promuovendo assemblee territoriali ma, spiegano Pino De Lucia e Anna Corrado di Agorà Kroton “mantenendo e rafforzando anche la dimensione nazionale di collegamento e coordinamento per iniziare a costruire strumenti comuni, una cassetta degli attrezzi, da poter utilizzare nella quotidianità per inceppare il meccanismo securitario e repressivo voluto dall'attuale Governo”.
“Una guerra contro i poveri – aggiungono - contro chi vive nella marginalità sociale, che ci vorrebbe “soldati” in prima linea, in alcuni casi e situazioni con parificazione del nostro ruolo e della nostra funzione a quelli del Pubblico Ufficiale, dichiarata dal Governo Gentiloni, applaudita dalle destre e che nel quadro politico istituzionale trova pochissime espressioni di contrarietà e dissenso”.
#IoDiserto, nelle intenzioni, sarà lo strumento per comunicare e condividere la volontà di “non essere oggetti passivi e ubbidienti di un disegno politico che mira a trasformare il tessuto sociale delle nostre città, e a cambiare radicalmente il nostro ruolo e la nostra funzione”.
“Nella società civile – proseguono dalla Rete Operatori Sociali - le voci contrarie emergono e si moltiplicano: martedì 11 aprile numerose associazioni daranno vita ad un presidio sotto il Parlamento durante quello che probabilmente sarà il voto finale alla trasformazione in legge del primo dei due decreti, quello sull'immigrazione. Noi ci saremo perché riteniamo fondamentale costruire un campagna ampia e condivisa insieme a tutti i soggetti che manifestano contrarietà e dissenso a questo pericoloso declino securitario.”
Per questo la Rete considera altrettanto importante la presa di posizione pubblica, da parte di esponenti del mondo della cultura e dell'impegno sociale, contro questi decreti legge. “Saremo parte attiva di questa campagna comune proprio per le nostre caratteristiche. Siamo operatori e operatrici che – spiegano De Luca e Corrado - lavorano e operano nel sociale, presenti in tutte le città del nostro Paese, siamo nella quotidianità nelle periferie, geografiche e sociali, a toccare con mano le conseguenze di queste scelte politiche”.
“Ci vogliono anello della catena di controllo sociale e repressivo. Siamo l'anello debole di questa catena, proprio per – continuano - questo possiamo agire una potenza enorme nel resistere e nel far inceppare il meccanismo securitario. Abbiamo bisogno di strumenti comuni, legali e giuridici, sociali e politici; una dimensione, questa, che può essere costruita solo insieme a molti altri e dentro a quella campagna culturale, sociale e politica di cui si vedono già le premesse e di cui saremo uno dei motori”.
Dalla Rete sottolineano poi come ci sia una enorme preoccupazione: “la restrizione dei diritti di alcuni – spiegano - diventa la restrizione delle libertà di tutti, minare il diritto d'asilo significa compromettere il diritto alla vita. L'istituzione di “tribunali speciali” per migranti, il diritto differenziale a seconda della “categoria sociale” di appartenenza, il confino urbano che può essere agito dal Sindaco e dal Questore nei confronti delle persone che “minano il decoro urbano” utilizzando il mini-daspo, sono solo gli strumenti più eclatanti, significativi di un disegno più ampio. Il messaggio è chiaro: nessuno è uguale davanti alla legge”.
“Per quanto ci riguarda – fanno sapere - questo è solo l'inizio, la presenza e la ricchezza delle proposte e dei ragionamenti che sono emersi dalla nostra prima assemblea dimostrano che ci siamo e che abbiamo la voglia e la necessità di continuare insieme questo percorso. Non come “categoria” ma come cittadini, uomini e donne, che nelle nostre città hanno gli strumenti per smascherare le carenze del sistema di accoglienza, l'assenza di politiche sociali adeguate, gli abusi di alcuni sindaci e prefetti che si fanno prendere la mano dal sogno infantile, mai riposto, di essere sceriffi”.
“Noi, non solo noi, ma noi sicuramente – aggiungono De Lucia e Corrado - saremo parte di questo movimento di resistenza ai decreti legge Minniti-Orlando e a alla visione del mondo che portano con sé. #IoDiserto perché se dobbiamo essere complici lo saremo con chi queste politiche le subisce e non con chi le promuove; una scelta di parte perché siamo convinti che stare dalla parte dei più deboli significa stare dalla nostra parte, dalla parte di tutti: in un mondo diviso in "categorie sociali" da colpire prima o poi viene toccata anche quella in cui ognuno di noi viene costretto”.