Basta vittime: 35 morti sulla 106 nel 2017, un fallimento di regione e sindacati
Ciòbotaru Gheorghe, 26 anni, deceduto il 15 aprile a Rossano, è la terza vittima della Ss 106 in Calabria dal primo gennaio dopo Bianca Grande di 70 anni e Vincenzo Mercurio di 74 anni, deceduti entrambi dopo essere stati investiti rispettivamente il 28 gennaio ed il 23 febbraio a Botricello. Queste tre vittime si sommano alle vittime del 2016 (anno nero), e diventano 35: in pratica due ogni mese è la media sulla “strada della morte".
La denuncia arriva ancora una volta dall'associazione Basta vittime sulla 106 che spiega come si tratti di “numeri impietosi” ma che, ancora di più, impietosa è “la politica: questo, ovviamente, nei fatti. A gennaio – spiegano dall’associazione - il Governo guidato dal Partito Democratico ha ritirato dal CIPE il Progetto del 3° Megalotto dalla S.S.106: si tratta dell’unico tratto finanziato e con un ottimo progetto definitivo che meritava solo di essere avviato così come avevano annunciato ad agosto scorso l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Ministro alle Infrastrutture Delrio ed il Governatore della Regione Calabria Mario Oliverio”.
“Nei giorni scorsi, invece, - proseguono - abbiamo appreso amaramente che nell’Allegato Infrastrutture al DEF (Documento Economico e Finanziario redatto dal Governo Gentiloni), è praticamente scomparsa ogni traccia di nuovo investimento sulla S.S.106. Tutto ciò accade in un Paese, l’Italia, in cui tra le uniche grandi infrastrutture in corso di realizzazione compare la Galleria di Base del Brennero (Trentino Alto Adige), l’asse ferroviario Ventimiglia-Genova-Novara-Milano meglio noto come il “Terzo Valico dei Giovi” (Lombardia, Piemonte e Liguria), la Metro Blu di Milano, ecc. ecc. in pratica sempre al Nord perché è qui che il Governo del Partito Democratico – in continuità con quelli di centro-destra degli ultimi 20 anni – continua ad investire”.
Per Basta Vittime, “in questo quadro alienante c’è poi la Calabria che nel Mezzogiorno è la meno accessibile, è la meno sviluppata, ma in compenso è la più povera d’Europa (più della Grecia), a causa della mancanza di infrastrutture.
Qui viene meno il diritto alla mobilità, ma anche quello al lavoro (che ha spinto negli ultimi 10 anni migliaia di calabresi a dover emigrare per non ritornare mai più), e che, proprio a causa della carenza infrastrutturale, determina il grande fenomeno di spopolamento e di perdita di comunità in atto. In una regione diversa i Parlamentari che rappresentano la Calabria, il Governatore della Calabria, i Consiglieri Regionali, i Sindaci delle principali città, tanto più quelli che sono organici al Governo anti meridionalista e contro l’ammodernamento della S.S.106 (nei fatti, che sono poi quello che contano), si sarebbero dimessi prima ancora di lottare per cambiare questa autentica vergogna”.
“Purtroppo – dicono rammaricati dall’Associazione - siamo in Calabria. Una regione che sta in silenzio e subisce. Una regione incapace di agire, che sembra morta. Senza più la volontà di difendere i propri diritti. Esattamente come i sindacati: CGIL, CISL e UIL. Tutti. Un autentico fallimento".