‘Ndrangheta: sequestri per 50 milioni di euro a Reggio Calabria
La polizia ha sequestrato oggi in varie regioni italiane società e altri beni per un valore di 50 milioni di euro riconducibili a due cosche della 'ndrangheta calabrese. Lo ha annunciato la questura di Reggio Calabria in un comunicato. Le squadre mobili di Reggio, L'Aquila e Roma hanno eseguito un decreto di sequestro del tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della stessa città calabrese, dice la polizia, che interessa tra l'altro società, imprese edilizie e di pulizie, cooperative e circoli ricreativi. Secondo gli inquirenti i beni sono riconducibili alla cosche Borghetto-Caridi-Zingato e Serraino-Rosmini, entrambe recentemente al centro dell'operazione di polizia "Alta Tensione". Gli esponenti dei due gruppi indagati avrebbero utilizzato le imprese sequestrate per infiltrasi nelle attività edilizie e nell'aggiudicazione di risorse pubbliche, dice la polizia. La cosca Serriano-Rosmini è ritenuta responsabile dell'attentato esplosivo compiuto davanti al tribunale di Reggio Calabria nel gennaio di quest'anno. I beni sottoposti a sequestro sono complessivamente venti e riguardano, in prevalenza societa' ed imprese, ma anche appartamenti e autovetture. Il provvedimento del gip ha riguardato la societa' Pro Loco Sport Organization (Palaghiaccio), di cui e' legale rappresentante Umberto Sconti di 84 anni, di fatto riconducibile a Francesco e Gaetano Andrea Zindato di 33 e 26 anni; il circolo ricreativo "Las Vegas", legale rappresentante Biagio Consolato Parisi (49) e riconducibile a due Zindato; l'impresa edile "Paris Tommaso", legale rappresentante Tommaso Paris (35) e riconducibile a Francesco Zindato; l'impresa Modir edilizia s.r.l, legale rappresentante Giuseppe Modafferi (44); l'impresa edile di cui e' titolare Bruno Caridi (52); l'impresa edile intestata a Domenico Malavenda (39) di fatto - sottolinea un comunicato della Questura - riconducibile a Bruno Caridi, Vincenzo Quartuccio (45) e Domenico Serraino (48); l'impresa edile intestata a Domenica Casili (30), riconducibile a Natale Paolo Alampi (36); la societa' cooperativa "Sciabaduba Team", amministratore unico Emilio Catalano; l'associazione "Amici per l'Infanzia" di cui e' legale rappresentante l'ing. Demetrio Giuseppe Cento (48) che ha gestito numerosi progetti nel settore dei servizi sociali, uno degli arrestati dell'operazione "Alta tensione"; l'impresa di pulizie intestata a Franco Fabio Quirino (39), di fatto riconducibile a Francesco Zindato; l'impresa individuale Lypas Costruzioni intestata a Elisabeth Foca' (55) originaria della Francia e residente a Melito Porto salvo, di fatto riconducibile a Santo Giovanni Caridi (43); il 50 per cento dell'impresa T.E.S.I. costruzioni, con sede legale a L'Aquila, di cui e' amministratore unico Stefano Biasimi (33) e socio il reggino Carmelo Gattuso (43), di fatto riconducibile a Santo Giovanni Caridi; la societa' in accomandita semplice "Il pane, il dolce, il salato di Cinzia Cocco & C.", socio accomandatario Cinzia Cocco (39, originaria di Cagliari e residente a Roma e accomandante Catiuscia Careddu, romana di 38 anni (formalmente proprietaria del panificio in via Scicli a Roma) e riconducibile a Santo Giovanni Caridi. Tra gli altri beni sottoposti a sequestro figurano tre appartamenti (riconducibili a Francesco Zindato, Eugenio Borghetto e Giuseppe Modafferi) e tre autovetture. Queste ultime sono un'Audi A3 di Giuseppe Modafferi; una Mercedes classe A ed una Fiat 500, mezzi riconducibili ad Eugenio Borghetto.