Statale 106 ferma al Ventennio. Basta Vittime, combattiamo il “fascismo” repubblicano
La statale 106 in Calabria, sulla costa jonica - rimasta ancora invariata nel suo complesso rispetto a quella concepita nel 1928 dal Regime Fascista - è ancora oggi l’unica via di comunicazione (seconda arteria più importante della regione) grazie alla quale diversi centri abitati possono essere raggiunti senza restare isolati.
A ricordarlo è l’associazione Basta Vittime sulla 106 che ribadisce ancora una volta come l’arteria sia stata tristemente etichettata come la “strada della morte”, dato che su di essa la Calabria ha pagato e paga un contributo, in termini di vite umane, molto alto e non più accettabile.
Con queste premesse l’associazione si collega alla Festa della Liberazione, nel giorno della sua ricorrenza, con la speranza che la Repubblica Italiana “prima o poi – viene affermato - possa capire le ragioni per le quali nella regione più povera d’Europa esiste la più forte organizzazione criminale presente nel nostro Paese”.
“Oggi, essere Partigiani in Calabria, - sbottano da Basta Vittime - significa lottare contro il fascismo che esiste nelle Istituzioni Repubblicane, nella criminalità organizzata, nella censura applicata su "potenti quotidiani" alla nostra Associazione da alcuni capo redattori della Provincia di Cosenza che scrivono libri contro la ‘Ndrangheta ma predicano l'omertà; incapaci di dare finalmente libertà e diritti negati alla nostra terra”.