Sbarco di Pasqua, bloccato peschereccio e fermati i presunti scafisti
Tre uomini sono stati fermati perché accusati di essere i presunti scafisti dello sbarco dei 79 migranti a Saline Ioniche. Lo scorso 16 aprile sul tratto di strada compreso tra Melito Porto Salvo e Saline Ioniche, alcune pattuglie della Polizia di Stato e dei Carabinieri hanno trovato 79 persone sbarcate poco prima sulla costa.
La Squadra Mobile della Questura reggina ha avviato le indagini che avrebbero consentito di stabilire che i migranti si sarebbero imbarcati in Turchia a bordo di un peschereccio di colore bianco, condotto da tre scafisti russofoni, avrebbero viaggiato per quattro giorni e sarebbero sbarcati presso Saline Joniche, mentre il natante si sarebbe allontanato.
Le informazioni raccolte hanno consentito di ricondurre l’evento ad alcune organizzazioni criminali, operanti in Turchia, che avvalendosi di scafisti ucraini sarebbero solite gestire traffici di esseri umani dalla Turchia verso l’Italia, in particolare verso le coste calabresi.
Tutte le forze aeree e navali, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, compreso un elicottero AW139 del V Reparto Volo di Reggio Calabria, sono state immediatamente impiegate per l’individuazione del natante utilizzato per il traffico, concentrando le ricerche verso la rotta ipotizzata per il rientro, in direzione sud-est rispetto al luogo di sbarco. Contemporaneamente è stata attivato, a Pratica di Mare, l’International Cordination Center dell’operazione internazionale congiunta “TRITON 2017”, sotto egida Frontex, che ha disposto l’impiego di un aereo per la perlustrazione del mar Jonio.
Alle 18 circa, a 100 miglia nautiche al traverso Est di Siracusa, il velivolo ha individuato il peschereccio, che stava dirigendo verso sud-est, con rotta di allontanamento dalle coste nazionali. Tre unità navali del Gruppo Aeronavale di Messina e dei Reparti Operativi Aeronavali della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e Palermo, sono state immediatamente inviate in zona per cercare di raggiungere il peschereccio.
Alle 5 del 17 aprile, a circa 172 miglia ad Est da Siracusa, il Guardacoste Fusco della Sezione Operativa Navale di Catania e il Pattugliatore Veloce Avallone della Stazione Navale di Manovra di Messina, nonostante le condizioni meteomarine, hanno raggiunto la motobarca “Avalon”. I finanzieri, dopo un difficoltoso abbordaggio dell’imbarcazione, sono riusciti a salire a bordo ed a bloccarne il moto.
Oltre ai tre componenti dell’equipaggio tutti di nazionalità ucraina, i militari hanno trovato tracce di bivacco, compatibili con la presenza prolungata a bordo dei migranti sbarcati il giorno prima sulle coste di Saline Joniche. Il convoglio, con a rimorchio la motobarca “Avalon”, si è diretto verso il porto di Reggio Calabria, dove è giunto alle 23:30 del giorno 17 aprile 2017. All’arrivo in porto i finanzieri del comparto aeronavale calabrese insieme agli uomini della Polizia di Stato, hanno compiuto una più accurata ricognizione ed ispezione del natante fermato, nel corso della quale sono stati rinvenuti ulteriori elementi di prova.
Presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria sono stati successivamente completati gli accertamenti di polizia giudiziaria da cui sono emerse le responsabilità, a carico dei tre favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associazione a delinquere finalizzata all’introduzione e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nel territorio dello Stato. I tre sono stati arrestati e il mezzo utilizzato è stato sequestrato. L’attività di indagine ha consentito di accertare che ciascuno dei migranti ha pagato 5000 euro per il viaggio dalla Turchia all’Italia. La competente A.G. nella giornata del 21 aprile, ha convalidato il fermo ed emesso, contestualmente, ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei tre cittadini ucraini.