Morrone, Fronte Nazionale: 1° maggio senza lavoro, che c’è da festeggiare?
"Il 1° maggio è arrivato ma il lavoro, che si festeggia oggi, viaggia con notevole ritardo (come tante cose in Italia) rispetto alla tabella di marcia ed al calendario. Ed allora, spazientiti e incazzati come possono essere i pendolari in attesa di un treno che non arriva, ci chiediamo: Che cosa ci sarà mai da festeggiare?”.
La domanda de la pone Marcello Morrone, della Federazione provinciale di Cosenza del Fronte Nazionale ribadendo come il lavoro manchi “in tante famiglie o che se c’è è spesso sottopagato? O festeggiamo forse la disoccupazione italiana, prima in Europa, quasi come fosse la conquista di una pole position da parte della Ferrari di Vettel in un Gran Premio? Cosa c’è da festeggiare? I nostri giovani che per crearsi un futuro ed una dignità sono costretti ad emigrare all’estero?”
Morrone sposta poi l’argomento sull'ultimo rapporto Eurostat che confermerebbe i suoi argomenti. “Questi dati – dice - collocano la Calabria tra le prime tre regioni in Europa per tasso di disoccupazione giovanile. Dopo le aree spagnole di Melilla e Ceuta, che fanno registrare rispettivamente un tasso di disoccupazione giovanile i del 69,1% e del 63,3%, infatti, è la Calabria a far registrare il record di giovani senza lavoro con un tasso del 58,7% e solo poco poco più in là a tenerci compagnia troviamo la Sicilia e la Sardegna”.
“Posizioni davvero poco invidiabili – ribadisce - ma, nonostante tutto, invece di boicottare i grandi concerti organizzati dai sindacati, i giovani vanno a riempire queste piazze musicali. Si festeggia tra canti, balli e bevute, un lavoro che non c’è. D’altronde, è risaputo, noi italiani abbiamo anche la capacità di festeggiare le sconfitte! E loro invece di darci lavoro ci danno e ci fanno la festa … un altro modo ben studiato per prenderci in giro. Ci calano una cortina fumogena davanti agli occhi annebbiandoci non solo la vista ma anche il cervello”.
“I nostri giovani – conclude allora Morrone - continuando così le cose in Italia, inizieranno a lavorare a 40 anni, con bastone e catetere lavoreranno fino a 80 e a dar loro la pensione non sarà più compito dell’INPS ma la riceveranno direttamente dal padreterno".