Mamme: sempre più equilibriste. Ma in Calabria sono in coda per assistenza
Non chiamatela mother friendly, perché la Calabria è una delle regioni in coda nella classifica dell’assistenza materna. A dirlo è il secondo rapporto sulla condizione materna in Italia redatto e diffuso da Save the children. E la fotografia della condizione materna è ricca di chiaro scuri. Sì, perché dal rapporto emergono veri e propri squilibri evidenti tra le regioni del Nord, più virtuose rispetto alle regioni del Sud, dove la condizione delle madri fatica a migliorare.
Così è il Trentino-Alto Adige la regione "mother friendly" per eccellenza, seguita da Valle d'Aosta, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte. Emblematico il caso del Veneto, che rispetto allo scorso anno, sale di tre posizioni (dal nono al sesto posto). E' la Sicilia a registrare la performance peggiore a livello nazionale, preceduta da Calabria, Puglia, Campania e Basilicata.
Madri sempre più vecchie, spesso costrette a rinunciare al lavoro e al tempo libero, e senza alcun sostegno. È la fotografia della madre italiana nel rapporto dell’associazione che ha utilizzato tre indicatori: cura, lavoro e servizi per l'infanzia, fattori che sottolineano come la scelta di diventare madre nel nostro Paese possa pregiudicare la condizione sociale, professionale ed economica di una donna a seconda della regione nella quale viene messo al mondo un figlio.
Per quanto riguarda la cura un insieme di indicatori che mettono in corrispondenza i tassi di fecondità delle donne con la distribuzione interna del lavoro di cura del contesto familiare diviso per entrambi i partner con una occupazione, la Lombardia è la regione più virtuosa, ma anche quella che, assieme ad Umbria (9) e Calabria (17) ha ottenuto un forte miglioramento dovuto soprattutto ad un abbassamento significativo dell'indice di asimmetria (distribuzione della cura e del lavoro familiare tra donne e uomini). La Sicilia mostra segni di miglioramento esclusivamente per quanto riguarda l'area della cura, per la quale occupa una posizione intermedia (12).
I dati sull'impiego femminile rispecchiano a grandi linee l'indice generale di Save the Children, con Trentino-Alto Adige (1), Valle d'Aosta (2), Emilia-Romagna (3) e Lombardia (4) rispettivamente alle prime posizioni; questo mostra come anche nelle regioni dove l'occupazione femminile è in aumento, i territori non riescono ad essere efficaci nel colmare il divario di genere. L'area dei servizi per l'infanzia , cioè quell'area che monitora la competitività delle regioni in base agli asili nido e ai servizi integrativi ed innovativi per la prima infanzia offerti, conferma Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige come migliori. Emblematico il caso della Toscana che, rispetto alle altre due aree di indicatori, in quella dei servizi all'infanzia si posiziona tra le prime cinque regioni virtuose. L'Emilia Romagna (9) invece, rispetto al 2016 peggiora la sua condizione sui servizi, abbassando la performance di ben tre posizioni.