Rapporto Save the Children: Le mamme equilibriste al tempo della pandemia

Calabria Attualità

Mamme equilibriste tra casa, figli e lavoro. L’anno della pandemia ha fotografato la situazione delle donne che, con i figli minorenni a casa per la chiusura degli asili e la didattica a distanze, sono state penalizzate sul lavoro, come emerge dal VI Rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2021”, diffuso in occasione della Festa della Mamma, da Save the Children.

Nel report emerge che le donne con figli minorenni sono poco più di 6 milioni e nel 2020 si sono trovate a barcamenarsi tra una lavatrice, una lezione di storia e il normale orario di lavoro da fare in smart working a casa.

Sempre secondo il rapporto sono 249 mila le donne che hanno perso il lavoro, e di queste 96 mila sono mamme con figli minori.

Tra di loro, 4 su 5 hanno figli con meno di cinque anni: le donne in questione per seguire al meglio i figli piccoli hanno dovuto rinunciare al lavoro o in alcuni casi sono state licenziate.

Un quadro, quello dell’eccessivo carico e della scelta delle genitorialità, già presente prima della pandemia, perché soltanto nel 2019 le dimissioni o risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro di lavoratori padri e lavoratrici madri hanno riguardato 51.558 persone, ma oltre 7 provvedimenti su 10 (37.611, il 72,9%) riguardavano lavoratrici madri e nella maggior parte dei casi la motivazione alla base di questa scelta era la proprio la difficoltà di conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze dei figli: assenza di parenti di supporto, elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato (asilo nido o baby sitter), mancato accoglimento al nido, le giustificazioni più ricorrenti.

Il divario di genere nei tassi di occupazione molto alto nella categoria dei genitori di figli minorenni: nel 2020, è aumentato di mezzo punto, arrivando a 30,7 punti di differenza, con i papà occupati all’87,8% e le mamme occupate al 57,1%. Le madri spariscono dal mercato del lavoro, al contrario dei padri, e tendono a diminuire al crescere del numero dei figli.

Save the children parla di percorso a ostacoli, quello che ogni giorno fanno le donne. E in Italia sono le mamme più anziane, dato che fanno il primo figlio dopo i 32 anni, e fanno sempre meno bambini. Dai dati Istati è emerso che nel 2020 le nascite sono state meno di 16mila, con una flessione del 3,8%.

Situazione che tuttavia si è aggravata nell’anno della pandemia. In un anno sono spariti 456 mila posti di lavoro (-2% rispetto al 2019). E sono sempre le donne a pagare il prezzo peggiore, dato che sono loro e in particolare 249mila persone ad aver perso il lavoro rispetto ai 207mila uomini. E sono sempre le donne ad avere un lavoro part time, il 73% del totale. Spessi si tratta di mamme di figli minorenni per il 38,1% a fronte del 5,6% dei padri.

Le regioni più mother friendly sono quelle del nord e in particolare Province Autonome di Bolzano e Trento seguite da Valle d’Aosta (era al 4° posto) ed Emilia-Romagna (che perde una posizione). Fanalino di coda Campania (era penultima), Calabria (era al 19° posto) e Sicilia (che ha perso l’ultima posizione), precedute dalla Basilicata (occupava il 17° posto). Qui l’indice della ricerca mostra sempre valori sotto 93, anche se il trend sembra in lieve miglioramento.