Tre Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose
Sarebbero stati accertati “condizionamenti dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata”, così il Ministro dell’interno Marco Minniti ha deliberato la scioglimento dei consigli comunali di Laureana di Borrello, Bova Marina e Gioia Tauro.
Era il 29 dicembre del 2016, quando a Laureana di Borrello si era insediata la commissione, pochi giorni dopo le dimissioni di nove consiglieri comunali su dieci. Il sindaco di Bova Marina, Vincenzo Crupi, è stato invece arrestato il 7 dicembre dello scorso anno nell'ambito dell'operazione "Ecosistema" che ha evidenziato una serie di appalti truccati, mentre a Gioia Tauro la commissione di accesso si è insediata lo scorso 7 marzo, pochi mesi dopo una mozione di sfiducia al sindaco.
A Gioia Tauro il sindaco Giuseppe Pedà era stato costretto a lasciare il 23 dicembre del 2016 a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali e il prefetto aveva nominato un commissario prefettizio. Anche a Laureana di Borrello il prefetto di Reggio Calabria aveva inviato un commissario dopo le dimissioni contestuali del sindaco Paolo Alvaro e di tutti i consiglieri comunali dopo un’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che aveva portato all’arresto dell’ex assessore comunale Vincenzo Lainà, ritenuto il riferimento politico della cosca Lamari.
A Gioia Tauro invece, dopo l’arrivo del commissario sono scattate altre due inchieste antimafia che hanno portato all’arresto del dirigente dell’ufficio tecnico comunale Angela Nicoletta e di alcuni parenti di ex amministratori locali. L’inchiesta Cumbertazione ha visto il coinvolgimento di aziende ed imprese accusate di aver manipolato alcune importanti gare di appalto che si erano svolte nella Piana e in Calabria. A Gioia Tauro questo è il terzo scioglimento per mafia. Il primo è avvenuto nel 1991 ed il secondo nel 2008.
Per Laureana di Borrello invece si tratta del primo scioglimento per infiltrazione mafiosa. A Bova Marina, lo scioglimento di oggi trova origine in un’inchiesta giudiziaria. L’accesso antimafia, infatti, era stato disposto nel gennaio scorso dal Prefetto di Reggio Calabria dopo l’arresto, avvenuto il 7 dicembre 2016, del sindaco Vincenzo Crupi, posto ai domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Dda reggina con l’accusa di corruzione in relazione all’appalto per la raccolta dei rifiuti nel suo comune, controllato, secondo l’accusa, dalla cosca Iamonte, uno dei gruppi storici della 'ndrangheta. Crupi si era poi dimesso il 9 dicembre ed il Prefetto aveva sospeso il Consiglio comunale nominando un commissario.
Saltano dunque le elezioni a Gioia Tauro e Laureana, dove la cittadinanza avrebbe dovuto votare il prossimo 11 giugno.