Migranti torturati o uccisi: dopo lo sbarco a Reggio fermati tre stranieri
Il giorno dopo lo sbarco nel porto di Reggio Calabria di 731 migranti la squadra mobile ha fermato tre extracomunitari sospettati di far parte della struttura criminale che ha organizzato il viaggio.
Dalle dichiarazioni rese da quattro cittadini stranieri arrivati in Italia a bordo della nave Aquarius, è emerso uno spaccato definito inquietante fatto di violenze brutali, amici e conoscenti torturati, familiari uccisi.
Teatro delle vicende la Libia, in particolare le “case” (forse meglio le “carceri”) in cui migliaia di migranti disperati attendono - segregati, sotto stretto controllo di uomini armati e con poco cibo e acqua - di essere prelevati dai loro aguzzini e poi caricati su imbarcazioni precarie.
Gli elementi raccolti dagli investigatori - coordinati Direzione Distrettuale Antimafia – hanno così portato al fermo di un 29enne della Guinea, Saidou Toure, che è accusato di far parte di un’organizzazione transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Altri due, un marocchino 50enne, Mohamed Bouidi, e un 20enne ghanese, Emmanuel Thompson, sono invece indiziati di essere stati al comando delle due imbarcazioni.
È stata così contestata l’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione con le aggravanti di aver anche sottoposto le persone a un trattamento inumano o degradante.
Dalla ricostruzione della Squadra Mobile sarebbe emerso, inoltre, che i migranti, a bordo dei natanti, dopo aver pagato ingenti somme di denaro agli organizzatori del viaggio, sono partiti dalla Libia senza scorte di cibo e acqua ed e in precarie condizioni igienico-sanitarie.
Il fermo dei tre è stato convalidato oggi dal Gip di Reggio Calabria che ha disposto per lo loro la custodia cautelare in carcere.