A Cosenza la giornata internazionale dell’infermiere
Una giornata interamente dedicata agli infermieri calabresi. A Cosenza, l’Ipasvi del presidente Fausto Sposato, ha celebrato la “giornata internazione dell’infermiere” coinvolgendo tantissimi colleghi e molti partecipanti. “È un momento importante per molti aspetti, primo fra tutti la legge regionale 11/2016”, ha avuto modo di rimarcare proprio Sposato nel corso di due iniziative intraprese per l’occasione. La prima ha avuto luogo proprio dinanzi il vecchio pronto soccorso cittadino, tra questionari distribuiti sul ruolo dell’infermiere ed il camper della salute che ha fatto capolino in quella zona, avvicinando la sanità al cittadino e non viceversa.
La seconda iniziativa invece è stata svolta nella biblioteca dell’Annunziata con un convegno dal titolo eloquente: “La responsabilità professionale del professionista sanitario alla luce della nuova riforma” discussa dall’avvocato Ubaldo Comite.
“L’attivazione piena della legge 11/2016 potrebbe essere il modo migliore per festeggiare la giornata internazionale dell’infermiere. Gli infermieri sono pronti a raccogliere la sfida per la strada dell’autonomia e della responsabilità. Ed a proposito di responsabilità, l’approvazione del decreto Gelli ha segnato una svolta per la professione infermieristica e per tutte le altre professioni. Noi ne siamo stati i sostenitori organizzando, quasi un anno fa, un evento formativo di rilievo presso l’Unical, alla presenza dei maggiori esperti in tema di responsabilità. Tra le novità contenute nel decreto una riguarda gli operatori sanitari in quanto non viene fatta distinzione fra personale medico e personale infermieristico, infatti si utilizza il termine “esercenti le professioni sanitarie” riferendosi a tutte le figure coinvolte nel percorso. È un rinnovato rapporto di fiducia tra operatori sanitari e pazienti e stabilisce la trasversalità dei compiti e delle azioni”, ha assicurato Sposato.
Al termine della giornata di festa e di partecipazione, tutti gli infermieri si sono ritrovati nella consapevolezza che “senza la nostra professionalità e la nostra presenza la sanità calabrese è orfana di un’anima e di un cuore”.