Al Marca di Catanzaro la mostra di Tommaso Ottieri

Catanzaro Tempo Libero

Il 17 giugno 2017 si inaugurerà Stabat Mater, prima mostra antologica dell’artista napoletano Tommaso Ottieri presso il Marca - Museo delle Arti di Catanzaro, a cura di Maurizio Vanni. Il progetto e la realizzazione della mostra nascono grazie all’incontro dell'Amministrazione Provinciale di Catanzaro, della Fondazione Rocco Guglielmo e della Galleria Russo di Roma, al fine di mettere un focus sulla produzione di un artista contemporaneo di forte interesse e marcato carattere personale.

Non una semplice mostra ma una vera antologica, arricchita da un video-documentario realizzato dall’Associazione Culturale Art Doc Festival, permette di immergersi ed emozionarsi di fronte al progresso e allo sviluppo del lavoro di Ottieri. Figlio del proprio tempo, l’artista si immedesima nel momento storico, nel qui ed ora, cercando di tramutare il generale ed epocale senso di smarrimento riappropriandosi di elementi comuni all’immaginario collettivo, rielaborandoli.

Nelle sue opere, infatti, Ottieri cerca di spostare l’attenzione degli spettatori da una semplice ricerca iconografica verso un’indagine decisa e profonda di forme architettoniche e particolari fisioniomiche, intese come personale espressione dello spettro dell’eternità. Come dice il curatore Maurizio Vanni “Tommaso Ottieri, come Bach, è un ricercatore di verità, un artista che non si accontenta di ciò che già esiste, del dato di superficie delle cose e che, attraverso un grande mestiere, consapevolezza e lucida visionarietà, costruisce e ricostruisce ambienti, luoghi e volti di persone.”

Un artista che sa guardare oltre le apparenze formali della dovuta staticità di palazzi, strade, ponti e delle varie opere infrastrutturali create dall’uomo. Un architetto di formazione che ha saputo integrare la sua ricerca tecnica alla naturale potenza del paesaggio più selvaggio. In mostra sarà presentato un lavoro, come dice l’artista, in cui le architetture non sono il suo primo interesse; il suo progetto, infatti, è legato alle cromie. Nelle sue opere non cerca il soggetto, ma la sua anima riflessa attraverso il colore, la materia e la luce. Quest’ultima diventa il suo segno distintivo, la sua firma, la sostanza che anima le sue opere, che crea una personalissima visione della realtà e si risolve nell’improbabile relazione tra cromie e luce, per riadattare la composizione.