Droga acquistata nel reggino e vibonese e spacciata nel catanzarese: 13 indagati

Catanzaro Cronaca

Tredici le persone indagate: sei sono finite in carcere, quattro ai domiciliari e altre tre sottoposte invece all’obbligo di firma.

Per gli inquirenti farebbero parte di un’associazione che avrebbe acquistato grossi quantitativi di droga - in particolare cocaina, hashish e marijuana - nell’area di Gioia Tauro (nel reggino) e Vibo Valentia. Poi l’avrebbero rivenduta al dettaglio tra la città di Catanzaro e i comuni della fascia ionica.

Il blitz, denominato operazione "Ramon", è scattato all’alba quando i carabinieri del Comando provinciale del capoluogo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare tra Catanzaro, Borgia, Vallefiorita e Rosarno ed effettuato, contemporaneamente, alcune perquisizioni.

Due provvedimenti in carcere sono stati portati a termine insieme ai militari del Gico, il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, in quanto persone coinvolte in un’altra indagine.

GLI INDAGATI

Bruno Anellino, Floro Gennaro Arcuri, Danilo Basile, Giuseppe Chindamo, Rocco Ciurleo, Leonard Cocco, Raffaele Costanzo, Mirko Danizio, Alessandro Lacava, Giuseppe Lindanello, Davide Lomanno, Andrea Mazza, Antonio Mazza, Concetta Melina, Damiano Montagnese, Rosario Andrea Pittelli, Rocco Raimondi, Mimmo Stanganelli, Rocco Stanganelli, R.H., Luigi Vallelonga, Antonio Vatrano, Michele Zofrea e Salvatore Zofrea.

IL QUARTIER GENERALE IN VIA LUCREZIA DELLA VALLE

Secondo gli inquirenti l'organizzazione si sarebbe rifornita, in particolare di cocaina, nelle Serre vibonesi e nella piana di Gioia Tauro. La droga veniva poi smerciata anche a Catanzaro contando su una rete di spacciatori che aveva il quartier generale nella zona di via Lucrezia della Valle.

Un altro elemento che esce dalle indagini è l’abitudine degli indagati di parlare tra loro in codice, così da evitare orecchie “indiscrete”, soprattutto degli investigatori. Durante l’operazione, poi, sequestrato oltre un chilo di coca ma anche una pistola e, addirittura, una bomba a mano prodotta nell'est Europa; elemento questo che, sostengono gli inquirenti, testimonierebbe la pericolosità della stessa organizzazione. Altro elemento è inoltre il ricorso a “manodopera” straniera.