Il progetto BlueMed si presenta. Studiati reperti marini in località Cala Cicala
Si discuterà del relitto di Cala Cicala la conferenza stampa che si terrà il 14 giugno, nella sede crotonese dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” alle 16. Il relitto ha una grande importanza perché è uno dei due siti-pilota italiani (assieme alla città sommersa di Baia, in Campania) ad essere stato scelto nell’ambito del Progetto Interreg Med, denominato “BlueMed” - con capofila la regione della Tessaglia (in Grecia) - e che ha come finalità quella di pianificare, testare e realizzare buone pratiche a livello europeo nell’ambito di uno sviluppo turistico sostenibile incentrato sui beni archeologici sommersi.
“BlueMed”, con le cui risorse sono finanziate le ricerche subacquee in corso a Cala Cicala, oltre all’Unical vede come partner l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” che in questi anni sta capitalizzando ai fini turistici il ricchissimo patrimonio archeologico presente nei suoi bellissimi fondali, a partire dalla recente realizzazione di un itinerario archeologico sottomarino a Punta Scifo.
Nello specchio di mare giacciono a modesta profondità blocchi e colonne in marmo bianco appartenenti a un antico, quanto prezioso, carico navale naufragato assai verosimilmente in età romano-imperiale. Conosciuto sin dagli anni Cinquanta, questo relitto non è stato ancora studiato in maniera approfondita ed è per questa ragione che è stato scelto dagli archeologi subacquei per una serie di minuziose ricerche autorizzate dalla competente Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Le attività in mare sono coordinate dall’archeologo subacqueo Salvatore Medaglia e il team si avvale della partecipazione di studiosi afferenti a ben tre Dipartimenti dell’Università della Calabria: il dipartimento di Studi Umanistici, Armando Taliano Grasso, il dipartimento di biologia, ecologia e scienze della terra, Domenico Miriello e il dipartimento di ingegneria meccanica, energetica e gestionale, Fabio Bruno.
Le ricerche, che si stanno svolgendo, con l’assistenza tecnica del Diving MadeinSub di Le Castella, hanno carattere multidisciplinare e si prefiggono l’acquisizione di dati che permetteranno di realizzare un modello tridimensionale del relitto, di stabilire la datazione del naufragio e le cause dello stesso, la provenienza e la quantificazione della massa del carico lapideo, le specifiche tipologico - architettoniche degli elementi che compongono il carico, la distribuzione spaziale dei manufatti.
Alla conferenza stampa parteciperanno, oltre ai ricercatori impegnati nelle indagini, anche l’Assessore Regionale all’Ambiente dott.ssa Antonella Rizzo, al cui Dipartimento afferisce l’Area Marina Protetta, il Soprintendente Mario Pagano della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, il Magnifico Rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci e Simone Scalise dell’AMP.