Cosmi Reggio. Protesta sul modello di accoglienza

Reggio Calabria Attualità

“Non è la prima volta che i migranti ospiti dell’Hotel Plaza di Villa San Giovanni inscenano una protesta nell'arco degli ultimi mesi. Protestano i cittadini italiani, sospesi tra le sirene razziste di organizzazioni che intendono speculare sulla paura dell’altro e sulla crisi economica ormai strutturale prodotta da decenni di neoliberismo e l’evidenza lampante che il modello di accoglienza oggi dominante, l’ammasso dei migranti in casermoni inabitabili, non funziona affatto” – è così che si esprime il Comitato di solidarietà migranti di Reggio Calabria.

“Riteniamo doveroso – continua la nota - anzitutto, prestare ascolto alla voce e alla rabbia di chi, partito da territori dilaniati da povertà, calamità naturali, conflitti sempiterni, sperava – forse ingenuamente – di trovare un ostello di sicurezza e conforto e invece ha trovato prigioni da cui uscire risulta difficile se non impossibile”.

“Se i migranti del Plaza denunciano di ricevere ogni giorno cibo scadente e distribuito in modo ancor peggiore o di non disporre nemmeno del sapone con cui lavarsi e soddisfare le principali norme igienico-sanitarie, chiediamo quantomeno di verificare se questo corrisponda al vero – aggiunge Giovanni Cordova in capo al comitato - piuttosto che trincerarsi dietro sterili razzismi o azioni repressive inutili e indegne di un paese che considera il rispetto dei diritti umani parte del proprio patrimonio storico e culturale. “È questa l’idea di accoglienza che viene praticata sui territori? Questa l’integrazione che proponiamo a giovani donne e uomini che ripongono speranza nella civiltà di questo paese?”

“È evidente, - terminano - tuttavia, che questo sistema legato alle grandi strutture che devono ospitare centinaia di persone favorisce solo le tasche e gli interessi di chi è pronto a fare business sulla pelle dei migranti. Noi crediamo che dalla crisi non si possa che uscire insieme, italiani e non italiani, uniti e dunque più forti per affermare democrazia e giustizia sociale”.