Emergenza immigrazione, Cannizzaro (Cdl): subito un Consiglio regionale sul tema
"Non è più possibile trascurare sistematicamente i problemi drammatici legati all'esistenza umana come quello che la Calabria sta subendo negli ultimi anni, costretta ad affrontare con coraggio ma sconcertante improvvisazione, i flussi inarrestabili migratori provenienti dal nord Africa, motivo di profonda vergogna che investe tutte le forze politiche regionali".
Così in una nota il consigliere regionale della Cdl Francesco Cannizzaro ricordando di aver chiesto ufficialmente, a settembre dello scorso anno, una seduta monotematica del Consiglio regionale su questa emergenza, “trovando – afferma - piena condivisione in tutti i colleghi ed immediata disponibilità ma, nei fatti poi non è seguita nessuna convocazione”.
“Siamo a luglio 2017 – prosegue infatti Cannizzaro - e sulle nostre coste i morti aumentano come gli sbarchi, le istituzioni così come le organizzazioni umanitarie viaggiano a vista, fra scandali ed illazioni più o meno veritiere, e noi, delegati dal popolo calabrese, abbiamo l'obbligo morale di provare ad individuare soluzioni ed azioni che siano in grado di ridare dignità umana ad un fenomeno che fino ad oggi ci ha visto semplici ed inermi spettatori, tutti, nessuno escluso. Una priorità improcrastinabile per la nostra Terra, che vive gli sbarchi quotidiani di migliaia di disperati, malconci nel migliore dei casi, cadaveri nel peggiore, e che non vuole continuare a restare indifferente davanti al genocidio marittimo a cui assistiamo”.
Per il consigliere “apparirebbe assurdo lasciare alla Calabria il solo primato del più grande monumento a cielo aperto dedicato alla tragedia dell'immigrazione e cioè il cimitero nel comune di Tarsia, dove seppellire le vittime di questa immane ecatombe, rinunciando ad applicare strategie efficaci ed attuabili sull'intero territorio calabrese per far fronte a questa emergenza umanitaria”.
Per questo annuncia che lunedì prossimo, in sede di conferenza dei capi gruppo, chiederà al presidente Irto ed ai suoi colleghi, di dare seguito alla sua richiesta, con una seduta monotematica del Consiglio regionale “che – sostiene - rappresenti una risposta concreta rispetto ad un governo nazionale miope ed inconcludente, anzi, ancora una volta soccombente all'interno di uno scenario internazionale in cui è sempre più una comparsa utile solo all'occorrenza”.
Questa richiesta “con un ordine del giorno monotematico – sottolinea Cannizzaro - deve essere fatta propria dall'intera assise regionale, senza esitazione alcuna e senza campanilismi politici dannosi, dobbiamo essere assolutamente in grado di affrontare le gravi necessità di chi fugge da cruenti realtà senza mai dimenticare il disagio e le difficoltà di nostri concittadini, chiamati sempre più spesso ad accogliere queste popolazioni in prima persona”.
“Infatti – aggiunge - non è più trascurabile la “pretesa” dei cittadini calabresi di essere informati in maniera chiara sulle politiche dell'accoglienza adottate dal nostro Paese e la più che legittima richiesta di un contenimento dei flussi migratori in grado di garantire quella dignità umana che spesso viene calpestata. Dobbiamo avviare immediatamente una fase di politica regionale unitaria, lungimirante in tema di immigrazione, che si basi su garanzie di sicurezza e legalità per tutti, e che abbia l'autorevolezza necessaria a richiamare personalmente quella cooperazione internazionale auspicata infinite volte e mai veramente realizzata”.
Per Cannizzaro è inconcepibile, poi, “che qualcuno al governo del Paese possa vedere nelle nostre coste, e parliamo di migliaia di Km, la soluzione pasticciata di un problema che ha dimensioni apocalittiche. Assurdo ed impraticabile pensare di “usare” ancora la Calabria, ignorare le gravi ripercussioni sociali, i rischi emergenziali e le infiltrazioni criminali, in continuo aumento, vorrebbe dire aver già dimenticato i fatti di Rosarno ed il relativo contesto sociale, i focolai di protesta di Archi, Gambarie e Reggio Centro”.
“Le istituzioni, invece, hanno l'obbligo di non disperdere gli immani sforzi delle nostre comunità, che accolgono quotidianamente con encomiabile altruismo migliaia di profughi, ospitandoli nelle strutture locali e provando ad inserirli all’interno della società, un atteggiamento – conclude - che evidenzia uno spirito eccezionale di responsabilità e condivisione, un esempio da valorizzare e, soprattutto, da tutelare".