Falsi incidenti per truffare le assicurazioni, denunciate oltre 260 persone

Catanzaro Cronaca

Finti incidenti per truffare le compagnie assicurative, in alcuni casi ottenendo anche i rimborsi che lo Stato riserva tramite il fondo per le vittime della strada. Già tre anni fa, nel 2014, in 20 erano finiti in arresto e in 156 vennero invece denunciati con un sequestro beni, sempre allora, che rasentava i due milioni di euro.


Sulla scia di quell’indagine i finanzieri hanno oggi dato corso all’operazione denominata “Violentemente Investito 2”, con la quale hanno eseguito una confisca da 2,3 milioni denunciando in tutto ben 263 persone.

Secondo gli investigatori - coordinati dal procuratore della repubblica Nicola Gratteri, dall’aggiunto Giovanni Bombardieri e dal sostituto Paolo Petrolo - si sarebbe fatta luce, appunto, su delle truffe assicurative individuando una “vasta e ramificata associazione per delinquere” attiva nel catanzarese nella simulazione di falsi sinistri che hanno permesso di ottenere, in un triennio, rimborsi per oltre 800 mila euro, 190 mila dei quali pagati dallo Stato, come dicevamo, tramite il fondo vittime della strada.

Al centro dell’indagine un avvocato 41enne, Gennaro Pierino Mellea che, affiancato da un collega, Antonio Bressi (47enne), secondo la tesi degli inquirenti avrebbe costituito, su base locale, delle “cellule” autonome partecipate da 32 presunti complici, con lo scopo di organizzare i falsi incidenti stradali o di aggravarne le reali conseguenze tramite delle certificazioni mediche create ad arte, oppure producendo delle testimonianze non veritiere.

I reati contestati alle 263 persone coinvolte, sono a vario titolo quelli di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, falsa testimonianza, corruzione in atti giudiziari, danneggiamento fraudolento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.

Tra i denunciati, appartenenti a ogni fascia di età, vi sono diversi disoccupati ma anche studenti, commercianti e soggetti con precedenti di polizia, tutti residenti tra Catanzaro e la sua provincia.

Parallelamente, i finanzieri della Tributaria (Gruppo tutela economia), coordinati dal sostituto Fabiana Rapino, hanno eseguito anche due provvedimenti con cui sono state applicate altrettante misure di prevenzione (personale e reale) nei confronti di Mellea e di uno dei suoi presunti sodali, Fabrizio Nicoletta (44 anni), motivati dalla “pericolosità sociale” in quanto coinvolti sia nell’operazione di oggi che in quella del 2014.

Per entrambi sono stati anche disposti il sequestro e la confisca di prevenzione dei beni: in particolare, nei confronti di Nicoletta sono stati cautelati terreni, automezzi, polizze finanziarie, tre esercizi commerciali ed immobili per un valore di circa 773 mila euro, mentre per Mellea è stato applicato il vincolo a un cospicuo patrimonio immobiliare stimabile in circa 1,6 milioni.