Cgil Crotone: “dissenso verso la creazione dei “recinti” per gli immigrati”
I decreti dei ministri dell'interno Marco Minniti e della giustizia Andrea Orlando rappresentano, senza dubbio, l'ennesimo attacco alle libertà politiche e civili in questo paese.
"Chiediamo una maggiore umanizzazione dell'accoglienza che parte principalmente dalla difesa degli ultimi e di tutte le minoranze e che oggi purtroppo appare distante dalle recenti leggi. Vogliamo che venga garantita la dignità di tutti i migranti e che gli stessi, in una logica di accoglienza vera, siano messi nelle condizioni di contribuire a fare crescere il nostro paese e la nostra Provincia.
Le recenti polemiche sulla realizzazione di un hot spot a Crotone ci lasciano del tutto esterrefatti per la lettura che ne viene fatta in chiave anti immigrazione. Bene ha fatto il sindaco Pugliese a non sottrarsi alle sue responsabilità, a tagliare corto sulla discussione in merito e a riportare il tema sul disinteresse che il governo centrale, al contrario di quanto sta avvenendo per la realizzazione dell'hot spot, sta mettendo in campo nei confronti della Calabria e della nostra città in particolare (vedi aeroporto, bonifica ecc…).
Il punto, per conto nostro, non riguarda la possibilità di realizzare o meno quel centro nella nostra città, ma la sua natura giuridica: si tratterebbe di un spazio di fatto escluso da ogni controllo giurisdizionale e legale, dove né gli avvocati né le associazioni potrebbero accedere".
È quanto afferma Cgil sulla realizzazione degli hot spot a Crotone, e schierandosi in difesa dei tanti immigrati che meritano un’accoglienza degna ed aggiungendo nella nota - “il problema, non è la struttura, ma l'intento politico che la determina. Intento politico rappresentato, a nostro avviso, da una deriva fortemente negativa che rischia di determinare da qui in avanti la politica di asilo in Italia a seguito delle decisioni assunte a livello europeo per contenere il numero dei richiedenti asilo in arrivo nei paesi di prima frontiera, Italia e Grecia in primo luogo. Gli hot spot sono dei centri chiusi ed avrebbero dovuto nascere in strutture già esistenti e/o precedentemente utilizzate come centri di primo soccorso e accoglienza o come centri di identificazione e espulsione”.
“A Crotone, in questo senso, sarebbe stato forse più utile ragionare meglio sull'utilizzo del Cara di Isola Cr, - prosegue Cgil Crotone - magari aumentandone la capienza e migliorandone le condizioni per garantire una vera prima accoglienza, piuttosto che spendere i fondi dell'unione europea per creare nuovi muri e nuovi recinti, come dicevamo prima, fuori da ogni controllo giurisdizionale e legale.
“Ribadiamo il nostro giudizio – in conclusione della nota – il nostro giudizio severamente negativo nei confronti delle politiche messe in campo dai due decreti, e rimaniamo fortemente contrari alla realizzazione di questi nuovi recinti, che non fanno altro che offendere la dignità dei più deboli e di cui continueremo a chiederne l’immediata chiusura. Le nuove politiche di accoglienza, dovrebbero interessare i piccoli centri del nostro entroterra promuovendo, così come avviene in qualche altra parte di Italia e della nostra Calabria, insediamenti di interi nuclei familiari, che potrebbero contribuire ripopolamenti degli stessi, oltre che al rilancio di una economia pressocché scomparsa in quelle aree.”